Michele Misseri torna libero a febbraio grazie a sconto di pena e svuota carceri | E insiste: "Ho ucciso io Sarah Scazzi"
L'agricoltore di Avetrana si è sempre proclamato colpevole per l'omicidio della nipote. In questi anni in cella ha conseguito la licenza media
Tornerà libero a febbraio Michele Misseri, lo zio della 15enne di Avetrana Sarah Scazzi, uccisa nel 2010. Lo conferma il suo avvocato, Luca Latanza. L'uomo, processato e condannato a 8 anni di carcere per soppressione di cadavere e inquinamento delle prove, beneficerà di uno sconto di pena ottenuto grazie alla buona condotta e in ossequio alla legge svuota carceri. La detenzione avrebbe dovuto infatti concludersi nel 2025, ma Misseri - che compirà 70 anni a marzo - uscirà dal carcere 400 giorni prima del "naturale" fine pena.
Le indagini e le condanne -
In questi anni, l'agricoltore di Avetrana si è sempre autoaccusato dell'omicidio della nipote Sarah Scazzi, scomparsa da Avetrana il 26 agosto 2010 e trovata morta il 6 ottobre dello stesso anoi. Secondo quanto emerso durante i processi, Misseri nascose il cadavere della nipote in un pozzo di campagna. Fu proprio lui a portare gli inquirenti sul posto, dopo aver confessato l'omicidio della ragazzina, raccontando di averla molestata prima di toglierle la vita. Accusate dell'omicidio, invece, furono la moglie Cosima Serrano e la figlia secondogenita Sabrina Misseri: loro rimarranno dietro le sbarre nel carcere di Taranto in quanto entrambe condannate all'ergastolo. Il 15 ottobre Misseri ritrattò la confessione, rettificandola e parlando del coinvolgimento della figlia Sabrina, che avrebbe avuto un litigio con la cugina Sarah. Sabrina è stata poi arrestata a ottobre 2010 mentre la madre Cosima a maggio 2011. Per Sabrina l'accusa è concorso in omicidio volontario, per la madre concorso in omicidio e sequestro di persona.
Detenuto modello -
Nonostante le condanne siano state confermate dalla Corte di Cassazione, Misseri continua a ribadire di essere l'assassino di Sarah Scazzi, e che all'ergastolo ci sono due innocenti. "Ripete sempre di essere l'unico responsabile", dice l'avvocato Luca Latanza. Durante gli anni di detenzione, oltre alla buona condotta, Michele Misseri non ha mai chiesto nessun permesso premio e, dietro le sbarre, ha anche conseguito la licenza media. Ma non sono le uniche ragioni ad aver influito sullo sconto di pena. Lo scorso anno, il suo difensore aveva presentato un reclamo contro le precarie condizioni detentive dell'agricoltore di Avetrana, lamentando "l'inumanità delle condizioni della detenzione nel periodo dal 9 marzo 2017 al 14 ottobre 2022. Il condannato assume che, in tale periodo, è stato detenuto in cella in cui: non vi erano 3 metri quadrati a disposizione per ciascun detenuto e non vi era l’acqua calda nei bagni né era presente la doccia".