L'America ha un suo metodo elettorale. Il presidente non viene votato direttamente ma "esce" dai grandi elettori. Chi sono? Sono il gruppo di delegati, eletti dai cittadini americani, e che voteranno successivamente per l'elezione del presidente degli Stati Uniti. Quindi si tratta tecnicamente di una elezione di secondo grado, cioè indiretta. Il gruppo dei grandi elettori è composto dai 100 membri del Senato (due per ogni Stato eletti ogni sei anni) e i 435 deputati della Camera (assegnati proporzionalmente in base alla popolazione ed eletti ogni due anni). A questi si aggiungono i tre rappresentanti eletti nel District of Columbia, la zona della capitale Washington. In totale quindi i grandi elettori sono 538 e per essere eletti presidente degli Stati Uniti servono almeno 270 voti (ma non è l'unica condizione necessaria).
Grandi elettori Usa come funziona - Ogni quattro anni dunque gli americani vengono chiamati alle urne per eleggere il presidente degli Stati Uniti in quello che viene comunemente chiamato election day, il primo martedì dopo il primo lunedì di novembre (per scavallare la festa dell'1 novembre). Dopo le elezioni i grandi elettori si riuniscono a vota per il presidente. Va detto che si tratta di un impegno al voto. Cioè i membri del collegio elettorale promettono di votare il candidato legato al partito col quale sono stati eletti. I maniera del tutto teorica potrebbero rifiutarsi e quindi votare l'avversario. Solo alcuni Stati hanno il vincolo di mandato, un obbligo che se non rispettato viene anche punita penalmente. Ma nonostante ciò l'elezione del presidente non verrebbe invalidata. Inoltre in caso di parità a scegliere il vincitore sarebbe il Congresso.
Cosa è il collegio elettorale - Il collegio elettorale è dunque il vero organo deputato all'elezione del presidente degli Stati Uniti. Le operazioni di scrutinio dei grandi elettori non sempre terminano nei giorni successivi all'election day. Ecco quindi che è stata fissata la regola anche per la loro convocazione. Il primo lunedì successivo al secondo mercoledì del mese di dicembre (dell'anno dell'election day si intende) i grandi elettori si riuniscono nelle capitali degli Stati dove sono stati eletti per le procedure di voto. Al termine delle votazioni il compito passa al Congresso che è l'organo deputato al conteggio. Il Congresso americano si riunisce in una seduta congiunta presieduta dal vicepresidente ancora in carica. Se non ci fosse una maggioranza allora ad eleggere il presidente sarebbe la Camera dei rappresentanti ad assumere le funzioni di organo elettore del presidente e del vicepresidente.
Come è nato il sistema dei grandi elettori - Il sistema elettorale americano ha una storia secolare, sono stati i padri fondatori nella Costituzione siglata nel 1787 a delineare i regolamenti. Fu esclusa l'elezione diretta del presidente per evitare il voto di "pancia" mettendo in mezzo la figura politica del grande elettore. Per i Padri Costituenti il popolo non sarebbe stato capace di selezionare candidati "degni" di tale incarico anche in virtù del fatto che i cittadini dei vari Stati non avevano la sensibilità adatta per poter individuare un candidato di levatura "nazionale". Ai grandi elettori tocca la "responsabilità" finale. All'epoca presidente e vice presidente venivano però scelti proprio all'interno del collegio elettorale. Per evitare però che i grandi elettori votassero solo candidati del proprio Stato e mandando così in stallo il sistema, si decise di imporre un voto disgiunto, uno dei voti avrebbe dovuto andare a un candidato di un altro Stato.
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I cinque maggiori votati sarebbero andati al voto del Congresso e a questo punto sarebbe stato eletto il presidente. Il collegio elettorale era una paragonabile all'attuale convention di Repubblicani e Democratici per scegliere il proprio candidato. Ma nel 1800 si creò una impasse: il candidato presidente Thomas Jefferson non riusciva a farsi eleggere dal Congresso per l'avversione del Partito Federalista. Ci vollero 36 votazioni prima di raggiungere un accordo (traballante). Questa situazione spinse il legislatore a modificare il procedimento di elezione e di fatto il collegio dei grandi elettori venne investito del compito di eleggere presidente e vice dando al Congresso il potere di scegliere solo in caso di parità. Il progressivo potenziamento dei partiti portò alla creazione degli attuali schemi di elezione con le primarie di partito e la successiva scelta del ticket elettorale.