FOTO24 VIDEO24 2

Coppia perfetta: perché è sbagliata l’immagine delle due mezze mele

Il mito è di origine platonica, ma non esprime il giusto equilibrio che deve esprimersi in una relazione sana

Istockphoto

La coppia ideale si realizza quando due esseri, perfetti uno per l’altra, si incontrano e si uniscono, proprio come due mezze mele, congiunte insieme, formano il frutto intero e perfetto. Anche se il racconto esce dall’immaginazione dell’illustre filosofo greco Platone, questa immagine oggi è contestata sempre più spesso: si preferisce apprezzare una relazione in cui ciascuno dei due, intero e integro in se stesso, sceglie di donarsi a un altro, altrettanto compiuto, e accompagnarsi a lui per un tratto di strada, lunga o breve che sia. Per esprimere il senso di perfezione e compiutezza che ciascuno sente di raggiungere nell’altro, può essere più corretto parlare di “anime gemelle” o di “spiriti affini”, ma in realtà non occorrono definizioni tanto poetiche: un uomo e una donna si conoscono e si amano, e decidono consapevolmente di condividere il proprio universo e diventare un tutt’uno, senza rinunciare alla propria individualità. 

LE MEZZE MELE SECONDO PLATONE   Nel suo dialogo “Il Simposio”, Platone, durante una riunione conviviale con alcuni discepoli e intellettuali ateniesi, invita la compagnia a riflettere sul tema dell’amore tra uomo e donna. Prende la parola anche il commediografo Aristofane, presente al banchetto, il quale espone le sue convinzioni sull’Amore prendendo le mosse da un mito: all’inizio dei tempi gli esseri umani erano perfetti e composti da due metà, una maschile e una femminile (esisteva anche una terza possibilità quella androgina, che condivideva elementi dei due generi), unite insieme per la pancia. Zeus, padre degli dei, invidioso per la perfezione degli uomini e irritato dalla loro tracotanza, decise di tagliarli in due, condannandoli alla perpetua ricerca della metà perduta, fino a che non si fosse ricomposta l’unità e la perfezione originaria. Una volta ritrovata la parte perduta, la nuova perfetta sfera non osava più staccarsi dal pezzo ritrovato: il genere umano sembrava perciò destinato a estinguersi perché nessuno si preoccupava di alimentarsi, né tanto meno di riprodursi. Zeus allora inviò sulla terra Eros, il dio dell’Amore, il quale, suscitando negli umani l’amore e il desiderio, diede vita al piacere del ricongiungimento fisico e l’interesse nei confronti delle varie incombenze quotidiane. L’amore diventa quindi il mezzo per ricostruire una unità superiore e aspirare alla perfezione. 

Espandi