Iscrizioni scolastiche, diplomarsi in 4 anni è possibile | Sempre più istituti offrono il percorso breve verso la Maturità
Si avvicina il momento, per gli studenti, della scelta della scuola superiore. E si stanno affermando, accanto a quelli “tradizionali”, percorsi che permettono di concludere il ciclo in anticipo
Cinque lunghi anni da passare tra i banchi prima di conquistare il diploma di maturità. Arrivando tardi, soprattutto rispetto ad alcuni “colleghi” d’oltralpe e non solo, all’appuntamento con tutto quello che c’è “dopo”.
La scuola superiore in Italia è soprattutto questo, almeno nell’immaginario collettivo. Forse perché i più non sanno che, oggi, sempre più studenti possono avere la possibilità di accorciare il percorso almeno di un anno, arrivando al titolo a ridosso dei 18 anni.
In che modo? Iscrivendosi, dopo la licenza media, a un indirizzo liceale, tecnico o professionale “breve”. Una tipologia molto diffusa all’estero e che, più di recente, si sta tentando di importare diffusamente anche dalle nostre parti. Usando l’escamotage della "sperimentazione", visto che i ministri che in passato hanno sognato una riforma strutturale diretta hanno miseramente fallito.
Due, fondamentalmente, le opzioni a disposizione delle famiglie e dei loro figli: il già rodato cosiddetto “liceo breve” quadriennale e la nuovissima filiera tecnologico-professionale 4+2. Il portale Skuola.net, in vista dell’avvio delle iscrizioni alle prime classi superiori, previsto per il 18 gennaio, ha provato a fare chiarezza su entrambe le opportunità.
L’accelerazione dei diplomi quadriennali
Nel caso dei diplomi brevi - il termine “liceo” è improprio, trattandosi di percorsi sia liceali che tecnico-professionali - si parla di una sperimentazione partita su larga scala ormai un quinquennio fa, dopo che già in precedenza uno sparuto gruppo di pionieri composto da una decina di istituti, aveva provato a dimostrare la bontà di una riforma dei cicli in tal senso. Solo nel 2017, infatti, circa 200 scuole furono autorizzate ad aprire, dall’anno 2018/2019, delle classi che portassero al titolo dodici mesi in anticipo rispetto al consueto. Un numero che, nel tempo, è lievitato ulteriormente grazie soprattutto ai fondi del PNRR. Questi ultimi hanno permesso, per l’anno 2022/2023, di definire un piano che elevasse a quota mille le classi “speciali”.
Niente “sconti”, in ogni caso, sul raggiungimento degli obiettivi formativi tipici di qualsiasi scuola superiore. La ragione dell’accorciamento dei tempi risiede nell’intensità con cui in queste classi si impartiscono i programmi scolastici. La vera differenziazione, semmai, è riguardo alla natura e alla metodologia degli insegnamenti: sul primo versante l’accento viene posto soprattutto sulle materie STEM (scientifico-tecnologiche), così cruciali per il futuro, e sulle lingue straniere; sul secondo versante si ricorre in modo massiccio ad attività di laboratorio e all’utilizzo di risorse digitali, il che permette un parallelo graduale allontanamento dalla classica didattica frontale.
Primo test per la nuova filiera tecnologico-professionale
La grande novità del 2024/2025, però, sarà l’altra alternativa citata: gli istituti della filiera tecnologico-professionale, al debutto proprio dal prossimo settembre. In questo caso, la vocazione è prettamente pratica, orientata al collocamento degli diplomati nel mondo del lavoro, laddove il diploma breve standard si presta soprattutto a un approdo anticipato all’università. Anche in questo caso si tratta di percorsi sperimentali, a cui ogni istituto interessato ha aderito presentando la propria candidatura entro il 30 dicembre dell’anno appena concluso.
Pur trattandosi, anche qui, di percorsi quadriennali, la prospettiva che vorrebbero dare le nuove scuole è però più di lungo periodo. Per dare una formazione completa agli studenti, infatti, l’idea è quella di far intraprendere alle ragazze e ai ragazzi un cammino che, dopo la maturità breve, li porti a specializzarsi all’interno del sistema post-diploma degli ITS (Istituti Tecnologici Superiori), anche questo recentemente rinnovato e ribattezzato ITS Academy, oppure degli IFTS (Istruzione e Formazione Tecnica Superiore).
Diventando, di fatto, un percorso complessivo di sei anni - nella formula “4+2” - capace però di dare un’occupazione rapida e coerente già all’indomani della sua conclusione, grazie a uno stretto collegamento con i settori produttivi e i territori di riferimento. Interessante, in questo caso, è anche la possibilità, per ora sulla carta, di poter facilmente passare in maniera “orizzontale” da un corso a un altro all’interno dell’intera filiera, togliendo quindi più facilmente d’impaccio quanti si dovessero accorgere di aver sbagliato indirizzo.
La più grande difficoltà per le famiglie per le famiglie interessate, a questo punto, sarà quella di capire quali istituti offrano l’una o l’altra opportunità: trattandosi di sperimentazioni, non esiste un elenco aggiornato ufficiale valido su scala nazionale. La soluzione? Informarsi presso le scuole del proprio territorio per verificare chi abbia attivato una o più sezioni di durata quadriennale.
SU TGCOM24