Le perdite di una nave cargo al largo della Galizia, nell'estremo nord-ovest della penisola iberica, hanno provocato una marea di plastica che da giorni si è riversata sulle spiagge degli estuari di Muros e Noia, nelle Rias Baixas, in provincia di La Coruna. Un fenomeno che allarma abitanti e associazioni ambientaliste. Si tratta di milioni di palline di plastica, impiegate dall'industria sotto forma di polietilene, polipropilene e poliestere e plastiche di uso quotidiano. La marea bianca di palline, ognuna di circa 5 millimetri di diametro, si è depositata sulle spiagge, segnala la piattaforma ecologista "Noia Limpa", che da giorni mobilita cittadini e pescatori della zona nella pulizia in mare e a terra, per scongiurare la catastrofe ambientale.
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Dalla vigilia di Natale lungo il litorale della Galizia sono stati raccolti "almeno 60 sacchi da 15 chili ognuno", in una corsa contro il tempo che a molti ha ricordato la tragedia dell'affondamento della petroliera Prestige, che vent'anni fa tinse di nero le coste della regione.
Dopo la mobilitazione volontaria degli abitanti, sia il governo nazionale che quello locale hanno annunciato l'attivazione di un piano di emergenza. "Ma arriva tardi", denuncia l'associazione ambientalista Difesa Ecologica di Galizia (Adega), che ha chiesto all'amministrazione regionale di attuare subito i piani contro l'inquinamento marina per frenare l'impatto sull'ambiente della marea bianca.
"Se le microplastiche non saranno raccolte dal mare e dalle spiagge, potrebbero finire nella nostra catena alimentare, ingerite dalla fauna marina, oltre a costituire un nuovo attacco inquinante al nostro litorale e alla biodiversita'", denunciano.
I pellet, riporta il quotidiano spagnolo El Pais, sono stati rilevati principalmente nella zona di Barbanza, ma la contaminazione si sta espandendo ad altre spiagge. Secondo l'associazione ambientalista Noia Limpa le palline, con cui si producono poi oggetti in plastica, sono iniziate a comparire sul litorale galiziano il 13 dicembre. Il gruppo ha riferito che il materiale proviene da una nave cargo che all'inizio di dicembre ha perso la merce in acque portoghesi. E la società Bedeko Europe ha riconosciuto che il carico è suo e si è impegnata a raccogliere le plastiche.
Gli ambientalisti sostengono che non è la prima volta che queste palline di plastica si arenano a riva, e che è un fatto "ricorrente" quello delle imbarcazioni che perdono parte del loro carico durante le tempeste. I pellet, contenuti in sacchi, sono apparsi in altre occasioni sulla costa cantabrica e su quella galiziana. Questi sacchi, spiega El Pais, si arenano sulla riva o semplicemente affondano in mare e, decomponendosi, rilasciano milioni di pellet che possono intaccare la fauna e invadere la sabbia.