In Europa tira davvero una brutta aria. Si potrebbe dire irrespirabile. Motori, fabbriche, impianti di riscaldamento, allevamenti intensivi. Le fonti di inquinamento atmosferico sono tantissime e non si fermano mai.
È l’Agenzia europea dell’ambiente a lanciare un nuovo allarme. Secondo il suo ultimo rapporto, che indaga gli effetti degli agenti inquinanti sulla salute umana, l’aria cattiva in Europa è un vero e proprio killer.
I numeri parlano chiaro: considerando tutti i 27 Paesi dell’Unione europea si contano circa 327mila vittime solo nel 2021. La causa è l’esposizione a sostanze nocive presenti nell’aria che respiriamo a livelli ben superiori rispetto a quelli raccomandati dall’Organizzazione mondiale della sanità. Qui, l’inquinamento è uno dei principali fattori di rischio per la salute. Basta guardare le facciate delle case presenti in zone molto trafficate delle grandi città e i segni lasciati dallo smog.
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Cosa si nasconde in quest’aria così pesante? I peggiori nemici portano il nome di PM2,5, anche detto particolato fine, biossido di azoto e ozono troposferico. Queste tre sostanze sono prodotte principalmente dai processi di combustione, quindi i mezzi di trasporto, il traffico, gli impianti di riscaldamento, i processi industriali. Tutte attività che si svolgono ogni giorno sotto il nostro naso. Esponendo il corpo a effetti indesiderati, a volte molto gravi.
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Seppur quasi invisibili, infatti, queste sostanze mettono in serio pericolo la nostra salute causando l’insorgenza di patologie anche croniche. Cardiopatia ischemica, ictus, diabete mellito, cancro al polmone e asma, per citarne alcune. Sono effetti che si ripercuotono sull’intero funzionamento della società: appesantiscono il sistema sanitario, aumentano le spese mediche, riducono la reattività del tessuto sociale. Insomma, fanno ammalare le persone e non ci sono rovesci della medaglia.
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In tutto questo è l’Italia a detenere il record europeo di morti premature dovute all’inquinamento dell’aria. Con oltre 46mila decessi per il particolato, 11.200 per biossido di azoto e 5100 per ozono. Ad andare letteralmente a fuoco è la zona della Pianura Padana. La progressiva industrializzazione di quest’area di quasi 48mila km quadrati, la quantità di allevamenti intensivi, ma anche il traffico costante e la posizione geografica le hanno valso il titolo di zona tra le più inquinate d’Europa.
Che fare quindi? L’impegno per ridurre l’inquinamento atmosferico c’è, ne è stato prova l’esito della COP28 a Dubai. Nel corso degli anni, poi, la qualità dell’aria è leggermente migliorata grazie a un maggiore impegno. Ma occorre fare di più. Ne va della salute dell’ambiente e anche della nostra.