Con l'arrivo del freddo, cambia la skincare routine. Per proteggere la pelle, evitare arrossamenti e screpolature, è fondamentale usare creme e detergenti specifici e mirati. Quando le temperature virano al ribasso, tanto in montagna quanto in città, entrano in gioco le cosiddette "cold cream", capaci di rafforzare l'effetto barriera dell'epidermide. Ecco come agiscono.
Le creme concepite per il freddo hanno una formulazione specifica, particolarmente ricca e nutriente, che lavora come rafforzasse uno scudo. Le basse temperature, infatti, vanno a intaccare il film idrolipidico, ovvero lo strato sottilissimo, protettivo e composto da sebo e acqua, che trattiene quest'ultima in modo che non evapori. Quando, infatti, il film idrolipidico si impoverisce, viene intaccata la sua "riserva d'idratazione" e la pelle risponde iniziando a "tirare" e a seccarsi.
Per evitare che ciò accada, bastano pochi prodotti ma mirati, da applicare sul viso (in particolare sull'area degli zigomi, delle guance e sulle labbra), sulle mani, i piedi, gambe e gomiti. Guardando ai più specifici, tra gli ingredienti spicca l'urea. Presente naturalmente nella nostra pelle, favorisce l’idratazione. Restando in ambito strettamente cosmetico, ha infatti la capacità di trattenere l’acqua e rivitalizzare pelli molto aride e screpolate. Inoltre, è cheratolitica, ovvero migliora lo strato corneo, quello più esterno dell’epidermide, favorendo la sua naturale esfoliazione.
Infine, una piccola raccomandazione. Le "cold cream" potrebbero non contenere il fattore di protezione solare. È perciò fondamentale, dopo averle applicate sul viso, stendere anche un prodotto con Spf molto elevato, soprattutto se ci si trova in montagna e in alta quota.