TARGA RITIRATA DALL'AVVOCATO

Iran, forze di sicurezza confiscano la targa del premio Sakharov assegnato a Mahsa Amini

Fermato e interrogato all'aeroporto di Teheran l'avvocato della famiglia Amini che la aveva ritirata

© IranHumanRights.org, Twitter

Le forze di sicurezza iraniane hanno confiscato la targa del Premio Sakharov 2023 per la libertà di pensiero assegnato dalla Ue a Mahsa Amini. Lo hanno denunciato gli attivisti curdi per i diritti umani. Secondo quanto riferito, l'avvocato della famiglia di Amini, Mohammad Saleh-Nikbakht, è stato fermato e interrogato venerdì sera all'aeroporto internazionale Imam Khomeini di Teheran, dopo essere arrivato dalla Francia, dove aveva ritirato il premio a nome della famiglia.

Il premio, insieme al cellulare e al passaporto dell'avvocato, sono stati confiscati dalle forze di sicurezza all'aeroporto.

© Tgcom24

Il Parlamento europeo aveva invitato la famiglia di Mahsa Amini a partecipare alla cerimonia di consegna del premio Sakharov del 12 dicembre a Strasburgo, ma a causa del divieto di lasciare il Paese imposto ai familiari della giovane (sono stati bloccati all'aeroporto di Teheran l'8 dicembre) è stato l'avvocato Saleh Nikbakht a presenziare alla premiazione a nome loro.

La ong curda Hengaw riferisce che a ottobre di quest'anno Saleh Nikbakht è stato condannato a un anno di carcere dalla Sezione 28 del Tribunale rivoluzionario di Teheran "con l'accusa di attività di propaganda contro la Repubblica islamica dell'Iran e la pena aggiuntiva del divieto di lavorare nel cyberspazio per due anni". Era stato accusato di 'propaganda contro il regime' dalla Seconda sezione investigativa della Procura di Evin sabato 11 marzo 2023 ed era stato poi temporaneamente rilasciato pagando una cauzione. Sempre Hengaw riferisce che Nikbakht "è stato imprigionato per un totale di 8 anni durante il periodo dei Pahlavi e successivamente della Repubblica islamica dell'Iran a causa delle sue attività politiche". 

Chi era Mahsa Amini -

 Mahsa Amini era una 22enne iraniana. È stata arrestata dalla polizia a Teheran il 13 settembre 2022 per aver ignorato le leggi sull'uso del velo ed è morta in ospedale tre giorni dopo a seguito degli abusi fisici subiti durante la detenzione. La sua morte ha scatenato massicce proteste in tutto l'Iran.