Se qualcuno ha pensato di chiamarla l’Isola di Smeraldo ci sarà un perché.
Distese di verde, foreste rigogliose, scogliere che si tuffano nell’Atlantico. La natura è il biglietto da visita dell’Irlanda e i suoi cittadini lo sanno bene. Per questo potrebbero essere loro a prendere una decisione che farebbe la storia: scegliere, con un referendum, di modificare la costituzione e inserire al suo interno i diritti della natura.
La proposta arriva dal Joint Committee on Environment and Climate Action, un comitato parlamentare, che ha chiesto che “il Governo avvii i passi preparatori per prendere in considerazione un referendum o più referendum per proteggere la nostra biodiversità attraverso l’incorporazione nella Costituzione dei diritti della natura e/o del diritto a un ambiente sano”.
© Unsplash
Si tratta, in poche parole, di equiparare dal punto di vista giuridico i diritti della natura a quelli delle persone. Se il referendum avrà luogo, l’Irlanda diventerà il primo Paese dell’Unione Europea a far entrare i diritti della natura nella propria costituzione. Ma non si tratterebbe del primo caso al mondo. Qualcuno è stato infatti più lungimirante dell’isola verde.
Già nel 2017 la Nuova Zelanda, che di elementi naturali se ne intende, ha conferito al fiume Whanganui lo status di persona giuridica. Di più hanno fatto la Bolivia, che nel 2010 ha approvato la legge sui Diritti di Madre Terra, e l’Ecuador, che ha effettivamente inserito i diritti della natura in costituzione.
© Unsplash
Ma perché prendere misure simili? Per fornire strumenti giuridici nuovi e quindi garantire un maggiore livello di tutela. A tal proposito, esiste anche un movimento globale che si batte per il riconoscimento ufficiale dei diritti della natura, chiamato Rights of Nature.
Ora non resta che aspettare e scoprire le prossime mosse del parlamento irlandese. Nel frattempo, l’invito resta esteso a tutte le nazioni: dovremmo ricordarci di tutelare la natura a prescindere, dentro e fuori dalle Costituzioni.