Fumetti sotto processo, la Cassazione: "Gli hentai possono essere considerati pedopornografia"
La Corte conferma la condanna di un militare. Secondo i giudici da un disegno si può dedurre che i soggetti siano minorenni
I fumetti e i disegni che raffigurano ragazzine minori in atteggiamenti sessuali o nude possono essere considerati come materiale pedopornografico. E' quanto prevede una sentenza della Cassazione che vieta i manga "hentai" (parola che in giapponese si traduce con il termine "perverso", ndr) che contengono scene di sesso esplicito con giovanissimi/e protagonisti/e. I giudici della Corte hanno infatti confermato la condanna per un militare che, nel 2021 a Trieste, era stato ritenuto responsabile per la detenzione di materiale pedopornografico anche in relazione alle fotografie di alcune tavole di fumetti trovate in una chiavetta Usb, che conteneva tra l'altro altre immagini di minori.
Il ricorso in Cassazione La sentenza, che si rifà a un'interpretazione già espressa dalla Corte nel 2017, si fonda sulla rilevanza penale della rappresentazione di situazioni in cui i minori siano ridotti al rango di oggetti sessuali e pone così in secondo piano il fatto che le persone ritratte siano reali o personaggi di fantasia. Come ricostruito da Il Messaggero, il legale del militare aveva deciso di ricorrere in Cassazione in quanto la Corte di Appello avrebbe errato nell'assimilare le illustrazioni in possesso dell'uomo a materiale pedopornografico, dato che esse non rappresentavano situazioni reali.
Ricorso rigettato Ma il ricorso è stato rigettato dalla Cassazione che ha quindi precisato: "Le due fotografie per cui è stata pronunciata condanna raffigurano - senza ombra di dubbio - (come peraltro molte altre) giovani ragazze, poco più che bambine; la statura, il volto, i caratteri sessuali appena accennati (lo sviluppo mammario e pilifero) sono elementi rivelatori del fatto che trattasi di soggetti di età ampiamente inferiore ai diciotto anni".
La rilevanza penale I giudici hanno quindi ribadito come debba condividersi il richiamo della Corte d'Appello alle sentenze che hanno conferito "rilevanza penale non solo alla riproduzione reale del minore in una situazione di fisicità pornografica, ma anche a disegni, pitture, e tutto ciò che sia idoneo a dare allo spettatore l'idea che l'oggetto della rappresentazione pornografica sia un minore: elaborazione che consente di ritenere immune da censure la conferma della decisione di condanna sia per i fumetti, sia per le illustrazioni del racconto erotico raffiguranti minori impegnati in atti incestuosi o altre attività sessuali".
Se negli hentai sono presenti minorenni, il possesso è reato di detenzione di materiale pedopornografico Per la Cassazione non c'è alcuna differenza tra immagini reali e tavole disegnate: entrambe sono da considerarsi materiali pedopornografici e quindi il loro possesso costituisce un reato. Basta che fumetti o cartoni animati abbiano una qualità rappresentativa "tale da far apparire come accadute o realizzabili nella realtà e quindi vere, ovvero verosimili, situazioni non reali, ossia frutto di immaginazione di attività sessuali coinvolgenti bambini e bambine".
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