A Melissa, in provincia di Crotone, è stato abbattuto, dopo 40 anni e 14 dalla confisca, palazzo Mangeruca, l'ecomostro confiscato alla 'ndrangheta e presente da decenni nella frazione Torre Melissa. Per l'abbattimento sono stati utilizzati 400 chili di esplosivo distribuito in migliaia di microcariche che hanno cancellato l'immobile di sei piani, uno dei simboli del potere mafioso in Calabria.
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L'immobile adibito a mobilificio venne sequestrato alla 'ndrangheta nel 2007 nel corso dell'operazione Piazza Pulita condotta dai carabinieri con il coordinamento dell'allora sostituto procuratore della Dda, Pierpaolo Bruni (oggi procuratore di Santa Maria Capua a Vetere).
Nel 2012 ci fu la confisca definitiva ma da allora era rimasto inutilizzato nel patrimonio dell'agenzia dei beni confiscati. Nel 2022 grazie alla sinergia tra Regione Calabria e Comune di Melissa è stato deciso di abbatterlo e realizzare al suo posto un'area camper da 35 posti. Il progetto del Comune è stato finanziato con 700 mila euro dalla Regione. La demolizione è stata realizzata dall'azienda Lavori Stradali di Crotone che ha utilizzato microcariche per fare implodere l'edificio.
Presidente Consiglio Calabria: "Segnale forte" -
"È un segnale forte contro l'abusivismo e contro la 'ndrangheta che costituiscono un grave ostacolo allo sviluppo di una regione che vuole mettere a valore, nella piena legalità, il proprio straordinario patrimonio di civiltà, natura e cultura". È quanto afferma il presidente del Consiglio regionale della Calabria Filippo Mancuso a conclusione della demolizione a Melissa di Palazzo Mangeruca.
"Un segnale chiaro - aggiunge Mancuso - per superare inerzie e tolleranze verso tutto ciò che deturpa l'ambiente, provocando rischi all'incolumità delle comunità e ingenti diseconomie. Ma soprattutto, è una scelta che sottolinea l'urgenza di attivare ogni mezzo e strumento al fine di tutelare il paesaggio, come impone l'articolo 9 della Costituzione".