Meraviglie italiane

Volterra: la Deposizione di Rosso Fiorentino è tornata a splendere

Un motivo in più per visitare l’incantevole città toscana, scrigno di storia, arte, buona tavola

A Volterra una straordinaria opera d’arte che merita di per sé un viaggio: la Deposizione di Rosso Fiorentino è tornata a splendere, restaurata, alla Pinacoteca Civica, di cui è il capolavoro più significativo.

La visita a questo monumentale dipinto caposaldo della storia dell’arte mondiale, può essere l’occasione per andare (o tornare) a Volterra, perla fra le città storiche toscane, che nel periodo natalizio si riveste di una particolare magia.

Tavola monumentale del 1521 - Dopo un accurato restauro durato ben due anni, è tornata a risplendere alla Pinacoteca Civica di Volterra la Deposizione di Rosso Fiorentino, monumentale dipinto (375x196 cm) firmato e datato, realizzato dal maestro 1521, durante il suo soggiorno a Volterra durato probabilmente circa un anno e concluso fra la fine del 1521 e l’inizio del 1522, periodo nel quale dipinse anche la Pala di Villamagna, oggi conservata nel Museo Diocesano della città. Il restauro è stato finanziato dalla Fondazione Friends of Florence grazie alle donazioni di John e Kathe Dyson e della Alexander Bodini Foundation sotto la guida del Comitato tecnico scientifico per lo studio, il monitoraggio e il restauro della Deposizione di Rosso Fiorentino - Pinacoteca e Museo Civico di Volterra.  

Il restauro visibile passo dopo passo - Il restauro iniziato in pandemia nel settembre 2021, è stato eseguito direttamente in Pinacoteca dai restauratori Daniele Rossi per la parte pittorica e Roberto Buda per il supporto ligneo, con lo storico dell’Arte Andrea Muzzi che ha seguito i lavori.  Il cantiere aperto ha consentito al museo di non sottrarre completamente l’opera ai visitatori e di mostrarne via via il complesso lavoro di restauro. L’occasione è stata inoltre un’opportunità molto preziosa per lo studio approfondito dell’opera: oggi infatti, a lavori ultimati, è maggiore la conoscenza sul modo di lavorare di Rosso Fiorentino, sui significati del dipinto e su come l’artista ha scelto di rappresentare la Deposizione di Cristo dalla Croce, giungendo a una sintesi unica fra spiritualità, dolore e compassione. Terminato il restauro, il dipinto è stato ricollocato nella Sala 11 della Pinacoteca appositamente allestita anche grazie a una partnership fra Comune di Volterra e Iren luce, gas e servizi. 

I ripensamenti dell’artista - La Deposizione fu collocata originariamente nella cappella della Compagnia della Croce di Giorno, committente dell’opera, presso la chiesa di San Francesco a Volterra e in questa sede rimase fino a tutto il Settecento. Fu poi sistemata nella cappella di San Carlo all’interno della Cattedrale di Volterra e nel 1905 passò alla Pinacoteca Civica, dove ancora oggi è esposta. È dipinta su un tavolato reparato da Rosso Fiorentino con cinque assi in legno di pioppo, unite a spigolo vivo con colla a freddo a base di caseina e sostenute da quattro traverse a coda di rondine. Fra le molte, interessanti, cose emerse durante il restauro, si sono scoperte le ‘correzioni’, o i ‘pentimenti’, che l’artista ha apportato in corso d’opera e che documentano ad esempio il modo in cui Rosso aveva delineato in un primo momento le figure delle Marie. Il cambiamento nella redazione finale dell’opera testimonia la sensibilità del Rosso ai problemi spirituali sollevati anche dai teologi, tradotta nel caso delle Marie, in una partecipata rappresentazione dello stato d’animo della Madonna, sottilmente sospeso fra sofferenza e difficile controllo delle emozioni. Sebbene già si conoscessero alcune scritte, tracciate con inchiostro normalmente utilizzato nei disegni su carta, come quelle sotto al colore del nastro sulla testa della Maddalena, inserite come promemoria per il pittore stesso sulla posa del colore definitivo, altre sono emerse durante la pulitura, come la scritta (biffo) sulla veste del ragazzo che tiene la scala e che si riferisce al colore viola descritto da Cennino Cennini nel suo trattato, o la scritta (biffo ciara) sul perizoma di Cristo. L’artista in alcuni casi mantiene il colore indicato dalle scritte, in altri cambia totalmente il colore segnato nella fase di preparazione.

Nella Pinacoteca la storia artistica della città - La Pinacoteca di Volterra è una delle istituzioni culturali più antiche della città: costituita nel 1869 ed allestita in alcune sale del Palazzo dei Priori, nel 1982 fu trasferita nel Palazzo Minucci Solaini, uno degli edifici rinascimentali meglio conservati di Volterra, costruito alla fine del Quattrocento, probabilmente da Antonio da Sangallo il Vecchio. Fra il 1983 ed il 1985 si aggiunsero i materiali medievali del Museo Guarnacci ed altre collezioni rinascimentali e moderne fino ad allora conservate in depositi di enti e chiese. Oggi l’esposizione è costituita soprattutto da tavole lignee che coprono un periodo che va dal medioevo al Cinquecento, affiancate da sculture, monete, ceramiche, medaglie ed altri oggetti che illustrano l’arte e la cultura di Volterra fino al secolo scorso. Fra le opere di rilievo conservate nel museo ci sono- oltre alla Deposizione di Rosso Fiorentino - il grande Polittico di Taddeo di Bartolo (1411), la Pietà di Francesco Neri da Volterra (1360 circa), Cristo in gloria tra santi del Ghirlandaio (1492), due pale di Luca Signorelli: la Madonna col Bambino e l’Annunciazione, entrambe dipinte nel 1491. 

Per maggiori informazioni: www.comune.volterra.pi.it/Pinacoteca_civica