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Processo a Ciro Grillo, il legale della giovane che denunciò lo stupro: "Si sentiva una preda"

Qualche momento di emozione, qualche lacrima, ma poi il racconto è proseguito, stavolta senza interruzioni

Ansa

"Il teste ha detto chiaramente, in maniera precisa, che si sentiva una preda". Lo ha riferito l'avvocato Dario Romano, legale della presunta vittima dello stupro di gruppo al termine dell'udienza del processo, a porte chiuse, a Tempio Pausania, che vede sul banco degli imputati Ciro Grillo e i suoi amici, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia. "Il suo racconto è stato molto chiaro, non ci sono state contraddizioni", ha proseguito il legale, riferendosi a quanto detto dalla ragazza in aula. 

Tgcom24

Ruota attorno alla credibilità della principale accusatrice di Ciro Grillo (figlio di Beppe, fondatore del M5s) e tre suoi amici liguri Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia, la raffica di domande che l'avvocata Antonella Cuccureddu, del pool della difesa dei quattro, sta continuando a porre alla giovane italo-norvegese che è chiamata per la terza volta sul banco dei testimoni a fornire la sua versione dei fatti nel processo per violenza sessuale di gruppo che si sta svolgendo a Tempio Pausania.

Per la legale si tratta di domande minuziose dovute alla "sequela di non ricordo" e sulla scorta delle dichiarazioni rese ai carabinieri e al pm in sede istruttoria. Alcune anche di dettagli sugli atti compiuti dai quattro e le reazioni della ragazza, la principale accusatrice, che si trovava in quella serata in compagnia con l'amica, altra presunta vittima di abusi per delle foto hot scattate, sempre nel luglio del 2019, a Porto Cervo.

Per la parte civile della teste, invece, anche quello di mercoledì - dopo le udienze del 7 e 8 novembre - è stato un racconto "molto chiaro". "Mi sono sentita una preda", ha detto la giovane italo-norvegese che all'epoca dei fatti era 19enne, secondo quanto ha riferito il suo legale Dario Romano al termine dell'udienza a porte chiuse. Qualche momento di emozione, qualche lacrima, ma poi il racconto è proseguito, stavolta senza interruzioni, se non quella iniziale dovuta a un inconveniente tecnico.

Ma nell'aula si attendeva di vedere i tre spezzoni di video che immortalerebbero i fatti accaduti nella villetta della famiglia Grillo in Costa Smeralda. Invece, solo foto e messaggi, mentre le sequenze di immagini registrate coi telefonini potrebbero essere proiettate giovedì. E già si annuncia una nuova battaglia tra i legali: "Il testimone è a disposizione del tribunale. Ovviamente nel rispetto della sua persona. Sicuramente c'è una vittima che va rispettata", ha messo le mani avanti l'avvocato Romano dello studio Bongiorno.

"Poiché nel racconto della scorsa udienza non aveva specificato alcune cose, ho dovuto fare le stesse domande per poter formulare le contestazioni. E quindi, individuando pagina e riga di quello che la ragazza aveva risposto, ho fatto le contestazioni sui singoli momenti - ha spiegato ai cronisti l'avvocata Antonella Cuccureddu -. Nei processi si ricostruiscono i fatti, e il fatto di cui discutiamo è di violenza sessuale. Non c'è niente di intimo in una violenza sessuale: è una violenza se è una violenza oppure è una cosa intima, o è l'una o è l'altra".

Intanto emerge un particolare: Francesco Corsiglia in aula nelle sue dichiarazioni spontanee che ha rilasciato alcune udienze fa, "ha detto chiaramente di non essere stato presente all'episodio di violenza sessuale di gruppo", ha svelato la stessa Cuccureddu che giovedì, dalle 10, riprenderà l'esame della principale accusatrice dei quattro per un'altra udienza che si annuncia ancora una volta fiume.

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