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Meloni: "Sul Patto di Stabilità la partita è aperta, l'Italia ha una politica seria"

Il presidente del Consiglio parla alla Camera in vista della riunione del Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre. "Foto Draghi-Macron-Scholz? Nessun attacco all'ex premier ma al Pd"

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni interviene alla Camera per le comunicazioni parlamentari in vista del Consiglio Ue. E sul Patto di Stabilità dice che la partita non è chiusa, pur esprimendo soddisfazione per il contenuto dell'ultima bozza. "Se nonostante una trattativa difficilissima la partita è ancora aperta e l'accordo finale posticipato" a una nuova riunione Ecofin dopo il Consiglio Ue è "perché a Bruxelles tutti riconoscono che la posizione italiana è sostenuta da una politica di bilancio seria che anche oggi voglio rivendicare".

Tgcom24

" L'Italia è una nazione virtuosa, lo testimonia l'avanzo primario, lo dimostra il sistema pensionistico fra i più equilibrati d'Europa", ha aggiunto il premier. "Il tutto accompagnato da dati macroeconomici stabili, soddisfacenti, da un mercato del lavoro che sta registrando dati record, da una borsa che dal 2023 sta facendo registrare la maggiore performance d'Europa, dallo spread sotto controllo".

Meloni: "Situazione eccezionale, anche la governance deve esserlo"  Secondo la numero uno di Palazzo Chigi, il nostro Paese "non vuole spendere senza freni e sperperare senza controllo", ma la situazione "deve considerarsi ancora eccezionale e necessita di una governance eccezionale".

"Soddisfatti dell'ultima bozza di accordo sul Patto di Stabilità"  Parlando ancora del Patto di Stabilità, il presidente del Consiglio ha espresso "soddisfazione per il fatto che, secondo l'ultima bozza di accordo, la traiettoria di aggiustamento del rapporto deficit/Pil (attualmente prevista allo 0,5% annuo) dovrà tenere conto nel triennio 2025-2027 degli interessi maturati sul debito contratto per gli investimenti effettuati sulla doppia transizione verde, sulla transazione digitale e sulla difesa. È un riconoscimento importante riconoscimento non soltanto pratico, che ci consentirà di alleggerire l'impatto della traiettoria di riduzione del deficit rispetto alle manovre di bilancio dei prossimi anni. Ma è anche un grande riconoscimento di principio. Grazie all'Italia si afferma un principio di coerenza tra le politiche dell'Unione e le regole di bilancio che devono consentire all'Unione di attuare quelle politiche".

"Abbiamo smesso di buttare soldi con reddito e monopattini"  Rispondendo a una domanda sull'austerità, il premier ha detto: "Non so se fa riferimento al fatto che abbiamo smesso di buttare i fondi dei contribuenti dalla finestra con Superbonus, Reddito di cittadinanza e monopattini. Quello non lo facciamo, siamo stati votati per smettere, era quello che gli italiani chiedevano e ha la ragione per cui non vi hanno confermato al governo".

"L'Ue lasci agli Stati membri le questioni prossime ai cittadini"  Giorgia Meloni ha poi sottolineato che l'Italia "sta partecipando attivamente al dibattito sulla definizione dell'agenda strategica da adottare il prossimo giugno. Ovviamente non faremo mancare il nostro contributo e il focus italiano sarà concentrato sulle priorità. Pensiamo che una Ue così ampia deva concentrare il suo lavoro sui grandi temi su cui gli Stati non possono competere da soli, lasciando agli Stati le questioni più prossime alla vita dei cittadini nel rispetto della sussidiarietà".

"Nessun attacco a Draghi ma al Pd"   "Non è un attacco a Draghi ma al Partito democratico che come al solito pensa che tutto il lavoro che il presidente del Consiglio Draghi ha fatto si riassuma nella fotografia con Francia e Germania. Non è la foto con Macron e Scholz che determina il lavoro di Draghi. Lui non c'entra niente, anzi ho rispettato la sua fermezza di fronte alle difficoltà che aveva nella sua maggioranza. Il suo lavoro non si può risolvere in una fotografia accanto ai leader di Parigi e Berlino". Così il premier a margine del dibattito alla Camera dopo le comunicazioni in vista del Consiglio Ue. 
 

"Per alcuni la politica estera è stata farsi una foto con Francia e Germania quando non si portava a casa niente. L'Europa non è a tre ma a 27, bisogna parlare con tutti: io parlo con la Germania, la Francia e pure con l'Ungheria, questo è fare bene il mio mestiere", ha detto Giorgia Meloni nella replica alla Camera, rispondendo alla dem Lia Quartapelle.
 

Conte a Meloni: "Basta con questo degrado istituzionale"   Il leader del M5S Giuseppe Conte ha invitato il premier ad "adottare i provvedimenti nei confronti dei suoi ministri come Santanchè, Delmastro, Sgarbi" coinvolti in vicende giudiziarie. "Basta con questo degrado istituzionale. Degli incarichi all'interno del suo partito può parlarne con i suoi come dice lei, ora è Natale e ne parlerà in famiglia con sua sorella e suo cognato". Ma "per gli incarichi di governo deve risponderne all'Italia intera".

"Per alcuni di sinistra aiutare l'Italia è una colpa"  Sul protocollo Italia-Albania, ha affermato ancora il premier, "dispiace che molte delle voci stonate siano arrivate dall'Italia, dove da più parti si è attaccato Rama per aver aiutato l'Italia. Dispiace e colpisce che si sia paventata una espulsione del primo ministro albanese dal Pse, evidentemente per alcuni italiani di sinistra aiutare l'Italia è una colpa". Il patto "sta suscitando concreto interesse, con buona pace di chi in patria come in Ue vuole solo affossare ogni tentativo. Continuino pure a distruggere che noi continueremo a costruire e gli italiani continueranno a vedere la differenza".

" Nel patto con l'Albania pieno rispetto del diritto"  L'accordo dell'Italia con l'Albania "è destinato a diventare un importante strumento per combattere i trafficanti per permettere l'ingresso sul territorio europeo solo a coloro che hanno diritto alla protezione interazionale. C'è un costante dialogo con la Commissione Ue sull'accordo per sostanziare l'impegno al pieno rispetto del diritto dell'Ue, nazionale e internazionale", ha spiegato il premier.

In serata è arrivato il via libera dell'Aula della Camera alla risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del presidente del Consiglio. I voti a favore sono stati 181, 100 i contrari e 13 gli
astenuti (i deputati di Iv e Azione).     
 

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