Scorazza nelle profondità marine, poi sale su, fino in superficie. Dove nuota verso l'orizzonte, baciato dal sole. Chi, non ha mai sognato, una volta nella vita, di vivere come un delfino? O quantomeno di incontrarne uno durante una gita in barca.
Questi splendidi cetacei sono da sempre un simbolo di libertà. Ma la loro vita non è così semplice. Attirati dall'enorme quantità di pesce catturata dai pescatori, si avvicinano alle reti per avere una preda facile. Molte volte riescono a rubarlo, altre rimangono feriti o vengono catturati accidentalmente.
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Come ci ha spiegato Sandro Mazzariol, Professore Ordinario Università di Padova: “Sono sicuramente degli animali molto intelligenti, ma anche molto curiosi e tendono ad avvicinarsi alle reti da pesca e quindi in qualche modo vanno in conflitto con i pescatori. Guardano ai pescherecci come se fossero dei grandi ristoranti. Perché fare fatica e cacciare in altre zone quando c’è qualcuno che glielo procura?”.
Il rapporto tra uomo e delfino non è sempre una favola. Il contatto tra i due, infatti, danneggia i delfini e anche il circuito della pesca professionale. L'interazione problematica può costare ai pescatori dai 1000 ai 10.000 euro l'anno. Il progetto Life DELFI nasce proprio per rendere più sostenibili le interazioni fra pesca e delfini. Cofinanziato dalla Comunità europea coinvolge enti di ricerca come il CNR, università, associazioni ambientaliste e aree marine protette.
Qui vediamo una fase di monitoraggio della specie nell'Area Marina Protetta di Punta Campanella, coordinata dal direttore Lucio De Maio. Uno dei posti più incantevoli del Mediterraneo per la sua fauna. Questi esemplari che nuotano nel Tirreno meridionale sono tursiopi, specie di delfini che ha un'interazione rilevante con l'uomo anche nell'Alto adriatico e nello Ionio.
Il progetto Life DELFI ha bisogno della collaborazione dei pescatori. Questi possono installare dei dissuasori delle reti che allontanano gli esemplari affamati. In alcune zone, ci si può affidare pure ad attrezzi alternativi come la nasca, che impedisce gli scippi e protegge il pescato.
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Un'altra pratica promossa è quella del dolphin watching, da Punta Campanella al litorale toscano. Organizzare attività del genere sviluppa un circuito economico aggiuntivo per il territorio. Ma non solo. Rende coscienti del problema e fa amare i delfini sempre di più.