IN CARCERE IN IRAN

Nobel per la Pace all'iraniana Narges Mohammadi, sedia vuota sul palco: il premio ritirato dai figli dell'attivista

La cerimonia di consegna del riconoscimento è avvenuta nel municipio di Oslo, mentre la donna si trova in carcere in Iran

Nel municipio di Oslo, durante la cerimonia per la consegna del Nobel per la Pace, è rimasta una sedia sul palco rimane vuota: l'attivista iraniana premiata Narges Mohammadi, infatti, si trova in carcere in Iran dal 2021. A ritirare il premio i figli gemelli, Kiana e Ali, di 17 anni, che hanno letto il discorso di ringraziamento scritto dalla madre. Strenua oppositrice dell'obbligo di indossare l'hijab per le donne e della pena di morte nel Paese, Mohammadi ha condannato il "regime religioso tirannico e misogino" dell'Iran.

© Tgcom24

"Narges Mohammadi non è stata rilasciata per venire a Oslo a ricevere il premio Nobel per la pace. Sono sicura, tuttavia, che in questo momento è con noi con i suoi pensieri. E' qui rappresentata dai suoi figli e da un ritratto posto dietro la sua sedia vuota sul palco. Ci ha chiesto di utilizzare questa particolare fotografia, che esprime il modo in cui vuole condurre la sua vita: con un aspetto felice in abiti colorati, esponendo i capelli e con lo sguardo fisso verso di noi", ha detto in apertura della cerimonia Berit Reiss-Andersen, presidente del Comitato norvegese per il Nobel, riferendosi a una foto che la ritrae sorridente.

"Il Comitato norvegese per il Nobel ha deciso di assegnare il Premio Nobel per la Pace 2023 a Narges Mohammadi per la sua lunga e coraggiosa battaglia contro l'oppressione delle donne in Iran e per la sua lotta per la libertà di tutti", ha ricordato Reiss-Andersen. "Concentrandosi sui diritti delle donne - ha aggiunto la presidente del Comitato norvegese per il Nobel - Narges Mohammadi sottolinea il diritto universale all'uguaglianza. Ha combattuto le restrizioni imposte alle donne, come l'obbligo di indossare l'hijab e altri indumenti coprenti, nonché i divieti relativi allo sport, alla danza e al movimento in generale. In tutti gli aspetti della vita, i diritti delle donne iraniane sono inferiori a quelli degli uomini".

Il messaggio di Mohammadi diffuso dalla figlia -

 "La società iraniana ha bisogno di un sostegno globale e voi, giornalisti e professionisti dei media, siete i nostri più grandi e importanti alleati nella difficile lotta contro la tirannia distruttiva del governo della Repubblica islamica. Vi ringrazio sinceramente per i vostri sforzi, per tutto quello che avete fatto per noi", ha detto Mohammadi nel messaggio diffuso sabato dalla figlia. "Sono una dei milioni di donne iraniane orgogliose e resistenti che si sono opposte all'ingiustizia/oppressione, alla repressione, alla discriminazione e alla tirannia. Ricordo le donne anonime e coraggiose che hanno condotto una vita di resistenza in vari campi, nonostante la spietata repressione".

"Regime religioso tirannico e misogino" -

 E ancora: "Sto scrivendo questo messaggio da dietro le alte e fredde mura di una prigione. Sono una donna del Medioriente, di una regione che, sebbene erede di una ricca civiltà, è attualmente intrappolata nella guerra e preda delle fiamme del terrorismo e dell'estremismo. Sono una donna iraniana che è orgogliosa e onorata di aver contribuito a questa civiltà e che oggi è vittima dell'oppressione di un regime religioso tirannico e misogino".

"Mia madre vivrà sempre nel mio cuore" -

 Kiana Rahmani ha detto di avere poche speranze di rivedere sua madre: "Forse la rivedrò tra 30 o 40 anni, ma credo che non la rivedrò più. Ma non importa, perché mia madre vivrà sempre nel mio cuore, valori per i quali vale la pena lottare".

Lo sciopero della fame -

 Il fratello e il marito di Mohammadi hanno dichiarato ai giornalisti a Oslo che la donna intendeva iniziare uno sciopero della fame in solidarietà con la minoranza religiosa di fede baha'i in Iran. In precedenza il marito, Taghi, ha dichiarato che non vede la moglie da 11 anni e che i figli non vedono la madre da 7.

Le proteste In Iran per la morte della 22enne Mahsa Amini -

 Mohammadi ha avuto un ruolo di primo piano nelle proteste scatenate dalla morte della 22enne Mahsa Amini, avvenuta l'anno scorso mentre era sotto custodia della polizia morale per aver presumibilmente violato la severa legge del Paese sul velo, che obbliga le donne a coprirsi i capelli e tutto il corpo.

La 19esima donna a vincere il Premio Nobel per la Pace -

 Narges Mohammadi è la 19esima donna a vincere il Premio Nobel per la Pace e la seconda iraniana dopo l'attivista per i diritti umani Shirin Ebadi, premiata nel 2003. È la quinta volta nei 122 anni di storia del premio che il Nobel per la pace viene assegnato a una persona in carcere o agli arresti domiciliari. Gli altri premi Nobel verranno consegnati domenica prossima in cerimonie separate a Stoccolma, in Svezia.

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