agli arresti domiciliari

Verbania, postino in malattia da due anni faceva il barista: arrestato lui e il medico

Secondo gli inquirenti, il dipendente di Poste Italiane lavorava nel locale intestato al figlio: il dottore era tra i clienti

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Un medico di base e il suo paziente, entrambi incensurati, sono agli arresti domiciliari, con le accuse di certificazioni mediche false. Nei confronti del medico gli inquirenti ipotizzano anche il reato di corruzione, ritenendo che abbia ottenuto utilità in cambio del rilascio delle certificazioni, mentre il dipendente dovrà rispondere anche di truffa aggravata in danno della sua amministrazione, dal momento che avrebbe percepito la retribuzione durante il periodo di "falsa" malattia.

L'inchiesta -

 L'indagine è stata ribattezzata "Ricette facili": secondo gli inquirenti, il primo avrebbe prodotto documenti attestanti patologie non vere che il paziente, un dipendente delle Poste, avrebbe utilizzato per non recarsi al lavoro. Nel periodo di assenza dall'impiego, in un lasso di tempo lungo un paio di anni secondo la Procura, l'uomo avrebbe gestito un bar di Verbania, intestato al figlio e frequentato anche dal medico. Le indagini sono partite proprio dalle segnalazioni sulla sua presenza nel locale nonostante lo stato di malattia dichiarato. In casa del postino inoltre, sarebbe stata trovata numerosa corrispondenza non distribuita. La Procura di Verbania, che prosegue le indagini anche per verificare se vi siano ulteriori posizioni sospette, ha chiesto e ottenuto la misura cautelare degli arresti domiciliari. 

La difesa -

 Nel corso dell'interrogatorio di garanzia, il postino si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il suo legale spiega che "le certificazioni, sia psichiche sia fisiche, non erano campate in aria" e contesta la misura, ritenuta "eccessivamente gravosa e non supportata da elementi che la giustificano". Il medico ha invece risposto alle domande, evidenziando che le patologie del paziente non sarebbero incompatibili con il fatto di uscire di casa. I difensori dei due indagati hanno avanzato istanza di revoca della misura o l'applicazione di una misura meno restrittiva, l'obbligo di firma. Il gip si è riservato e la decisione arriverà entro cinque giorni. Nel frattempo, il medico non potrà recarsi negli studi dove esercita la professione, sebbene nei suoi confronti, stando a quanto riferito dalla legale, "al momento non vi sia alcun provvedimento di sospensione da parte dell'Asl".

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