Il gelo polare si è abbattuto sull’Europa. I fiocchi imbiancano le Alpi, l’Italia da nord a sud è immersa nel freddo. Tipiche condizioni meteo di inizio dicembre, che negli ultimi sembravano un lontano ricordo. Bene così, ma pensare che queste temperature siano la dimostrazione che il cambiamento climatico non esista o sia un problema minore portato all’estremo è sbagliato. Anzi, sbagliatissimo.
Per avere più chiarezza, abbiamo chiesto al meteorologo Andrea Giuliacci qual è la differenza tra meteo e clima:
“È arrivata la neve sulle Alpi e questo nonostante il riscaldamento del Pianeta. In realtà la contraddizione è solo apparente, perché c’è una bella differenza tra meteo e clima. Il tempo è descritto dalle condizioni meteo in un determinato luogo e in un determinato e preciso momento. Il clima è invece descritto dalle condizioni meteo più probabili in un certo luogo in un determinato periodo dell’anno. Ecco allora che il clima dell’inverno, ad esempio, è freddo e nevoso. Questo non significa che tutti i giorni invernali il tempo sia caratterizzato dal freddo e dalla neve. Può anche capitare una giornata d’inverno in cui il tempo è soleggiato e le temperature sono miti. Se il clima si riscalda e le temperature medie aumentano, ecco allora che anche in inverno aumenteranno le giornate in cui il tempo è soleggiato e mite, e diminuiranno invece quelle in cui è freddo e nevoso”.
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Il problema sta proprio qui, ovvero le giornate con temperature superiori alla media, chiamiamole ondate di calore, che non sono una prerogativa dell’estate. Certamente quelle di luglio e agosto sono molto fastidiose e riconoscibili. A ottobre invece a molti le giornate calde e soleggiate possono far piacere, ma restano il problema principale del nostro Pianeta.
Ha commentato Andrea Giuliacci: “Il mese di ottobre è stato davvero eccezionale. I dati meteo ci dicono che in Italia è stato il più caldo mese di ottobre degli ultimi due secoli, ovvero da quando i termometri raccolgono dati attraverso tutto il nostro territorio. In Europa è stato “appena” il quarto più caldo dell’era moderna. E attenzione, perché è molto probabile che il 2023 risulti alla fine l’annata più calda di sempre a livello planetario”.
L’Accordo di Parigi raggiunto il 12 dicembre 2015 impegna a mantenere l’innalzamento delle temperature sotto i 2 gradi, e se possibile sotto il grado e mezzo rispetto ai livelli preindustriali. Per la prima volta nella storia a metà novembre le temperature medie globali hanno sfondato il tetto dei 2 gradi.
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“Il 17 novembre di quest’anno le temperature medie a livello planetario hanno superato di circa 2 gradi il valore dell’era preindustriale. È una notizia importante perché rimanere di 2 gradi al di sopra dell’era preindustriale in maniera stabile e continuativa significherebbe innescare dei processi nell’atmosfera, dei cambiamenti nel clima da cui poi sarebbe difficile tornare indietro. Ecco che quindi si è raggiunta una soglia davvero significativa per quello che riguarda il cambiamento climatico”.
Questo campanello d’allarme non si può ignorare. Torniamo al discorso delle Alpi, oggi innevate forse più di 12 mesi fa. Una ricerca condotta dall’Università di Trieste ci dice però che il riscaldamento globale sulle Alpi procede a velocità quasi doppia rispetto alla media internazionale. Ecco quindi che quando si parla di riscaldamento globale, bisogna partire dal presupposto che il meteo di riferisce ad una breve durata, fino a un massimo di qualche giorno, variabile da un giorno all’altro. Il clima si basa invece su osservazioni meteorologiche pluridecennali e i risultati sono tutt’altro che incoraggianti.