Ocse: studenti meno preparati dopo la pandemia ma l'Italia fa meglio di altri | Resiste il “gender gap” in matematica
Competenze in picchiata per il mondo studentesco dopo il Covid. Ma l’Italia riesce a tenere botta dove in molti vacillano e rimane in linea con la media OCSE in matematica, e addirittura la supera per la lettura. Differenze di genere, territoriali e scolastiche sono però una macchia difficile da rimuovere dal grembiule dei nostri ragazzi
La pandemia ci ha dato una mano a risalire le china delle rilevazioni OCSE in tema di competenze scolastiche. Più di 10mila 15enni italiani - 10.552, per l’esattezza - hanno tenuto salda la nostra bandiera durante la periodica rilevazione PISA sui paesi OCSE riguardo alle competenze di matematica, lettura e scienze. E non è stato un compito da poco visto che il 2022, primo anno dell’indagine dopo la pandemia, ha mostrato un mondo in cui le competenze degli adolescenti sono drasticamente calate.
Come emerge dalla sintesi del rapporto effettuata dal portale Skuola.net, le abilità degli italiani in matematica sono in linea con la media OCSE (471 punti su una media mondiale di 472) e sono più avanzate per quanto riguarda la lettura di un testo (482 punti ottenuti contro 476). E’ vero che sono al di sotto, invece, per quanto riguarda le scienze (477 versus 485), ma non ci è andata così male anche se, in realtà, i nostri punteggi non sono sensibilmente migliorati, anzi. Pur avendo guadagnato qualcosa in scienze e in lettura, infatti, rispetto all’ultima rilevazione del 2018 abbiamo perso qualche punto in matematica. Il nostro merito è stato piuttosto galleggiare in un contesto generale in cui, invece, le perdite sono state ben più gravi.
Tutta colpa del Covid? Gli studiosi sono cauti ma tutto fa pensare di sì. Quel che è certo è che in due decenni di test PISA il risultato per queste materie non ha mai subito variazioni così evidenti. Infatti, il rendimento medio nei paesi OCSE è sceso di 15 punti in matematica e di 10 punti in lettura dal 2018. Solo per scienze non ci sono stati cambiamenti significativi, guarda caso l’unico caso in cui siamo ancora piuttosto bassi. Un esempio su tutti: per quanto riguarda la disciplina focus del rapporto, per l’appunto la matematica, ben 43 paesi hanno ottenuto punteggi medi significativamente inferiori al ciclo 2018. Per questi paesi, il decremento medio è stato di circa 20 punti. L’Italia è tra loro (-15 punti) ma registra un calo minore che altrove.
Non mancano le criticità, ormai innate nel nostro tessuto sociale
Questo non vuol dire che possiamo sederci sugli allori. Consideriamo i livelli di competenza: un quindicenne che dimostra di possedere le abilità di base nelle tre discipline dovrebbe raggiungere un punteggio almeno di Livello 2, quello che comprende le capacità limite previste per la sua età e grado di istruzione. Ecco, complessivamente circa un terzo dei nostri adolescenti non arriva al Livello 2 in matematica. Si tratta di un quinto circa per la lettura e di circa un quarto per scienze. Male anche per quanto riguarda le eccellenze: nel nostro Paese la percentuale di chi raggiunge i livelli più alti è minore di qualche punto.
Insomma, un quadro con luce e ombre quello italiano. Anche perché la situazione, nel nostro territorio e nelle nostre scuole, presenta differenze sostanziali: un quindicenne che abita nel nord Italia, ad esempio, mediamente performa meglio di uno studente che abita al sud. In più, mentre più dell’80% degli studenti delle aree del nord si sono collocati almeno al livello base, sia in matematica che in lettura e scienze, nelle aree del meridione, invece, sono poco più del 60% in scienze, circa il 70% in lettura e circa il 55% in matematica.
Divari profondi si notano anche considerando i diversi indirizzi scolastici. Un liceale ha di norma esiti migliori di un allievo degli istituti professionali. Nei licei e negli istituti tecnici, in matematica, lettura e scienze, più di due terzi degli studenti hanno raggiunto il livello base o superiore di competenza. Complessivamente, invece, negli istituti professionali e nella formazione professionale la percentuale di studenti al di sotto del Livello 2 in matematica, lettura e scienze è più che doppia rispetto a quella registrata negli istituti tecnici e nei licei. Supera il 60% in matematica e in lettura e oltrepassa il 50% in scienze.
La "distanza" tra le ragazze e le discipline scientifiche non si riduce
Ma il “gap” forse più preoccupante, nel quale l’Italia guadagna un inquietante primato internazionale, è quello che riguarda il divario di competenze in matematica tra studenti e studentesse, a vantaggio dei primi. Da noi, infatti, è più marcato che nelle altre nazioni partecipanti. Le ragazze conseguono infatti, di media, 21 punti in meno dei ragazzi, ed è una magra consolazione osservare che invece, nella lettura, superano i compagni di classe maschi. Anche perché il ruolo della scuola è determinante soprattutto per la matematica. E questo dimostra che siamo un Paese in cui evidentemente c’è molto da fare, ancora, per le pari opportunità.
“Che la pandemia avesse aperto una voragine nei livelli di competenza raggiunti dagli studenti italiani nelle discipline di base era un fatto ormai assodato, grazie alle annuali rilevazioni svolte dall’INVALSI. Quello che non sapevamo è, che probabilmente, nel resto del mondo hanno fatto anche peggio. Questo è un fatto nuovo che emerge dalla presentazione dei dati della rilevazione PISA svolta nei paesi OCSE: ovunque nel mondo si è tornati indietro, Italia compresa, ma da noi abbiamo fatto meno peggio di altri. È quindi una sorta di riscatto della scuola italiana e della sua efficacia nel rispondere alla pandemia, ma chiaramente è solo un mezzo gaudio”, commenta così i dati Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net.
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