Il referendum organizzato dal governo del Venezuela sulla sovranità della regione dell'Essequibo rischia di scatenare un conflitto armato con la Guyana, di cui fa attualmente parte. Tra i quesiti della consultazione in programma domenica infatti vi è la trasformazione della regione - ricca di risorse petrolifere - in un nuovo stato della Repubblica venezuelana.
Maduro pronto a una guerra -
Non è chiaro quali sarebbero le implicazioni legali di un'eventuale approvazione, ma sta di fatto che il governo del presidente Nicolas Maduro potrebbe voler sfruttare la vicenda a scopi elettorali - non esclusa una dimostrazione di forza.
Caracas, come ricorda il quotidiano britannico The Guardian, reclama la sovranità sull'Essequibo fin dalla sua indipendenza, nel 1811. La regione - un'area di foresta pluviale quai totalmente impenetrabile - tuttavia è abitata in gran parte da persone provenienti dalla Guyana - che non a caso nel 2018 ha chiesto alla Corte Internazionale di Giustizia di regolare la questione. Per una sentenza tuttavia ci vorranno anni, e nel frattempo Maduro - che contesta l’autorità della corte - ha deciso di chiedere ai cittadini se Caracas debba ignorare l'arbitrato e annettere quanto ammonta a due terzi del territorio dell'attuale Guyana, concedendo ai residenti - di lingua inglese - la cittadinanza venezuelana.
I tentativi di sospensione -
La Guyana ha chiesto al Tribunale di far sospendere il referendum, ma Caracas ha ribadito di voler procedere col voto; se tutti i governi venezuelani hanno periodicamente riesumato la questione specie in periodi di crisi interna, Maduro si è spinto molto più in là dei suoi predecessori. Dal 2015 infatti nella regione sono state scoperte ingenti riserve petrolifere, il che ha portato Maduro a premere l'acceleratore sulla retorica patriottica e accusare sia la Guyana che le grandi compagnie petrolifere di voler rubare la terra venezuelana attraverso un "colonialismo giuridico".
Esito scontato -
È probabile che la campagna sciovinista di Maduro abbia successo: l'Essequibo è forse l'unica grande questione politica interna su cui una cittadinanza estremamente polarizzata si trova fondamentalmente d'accordo, e l'approvazione del referendum viene data per scontata. Tuttavia, se i costi militari di un'invasione potrebbero non essere eccessivi, vista la disparità delle forze in campo, quelli diplomatici potrebbero essere elevati: sulla questione Maduro non gode del sostegno di nessun altro Paese sudamericano, neanche del tradizionale alleato cubano.