ok dal pm

Omicidio Giulia Cecchettin, i genitori di Filippo Turetta rinunciano all'incontro con il figlio in carcere

La famiglia della giovane vittima è pronta a opporsi nel caso in cui la difesa del 22enne, ora rinchiuso a Verona, voglia usare la strategia difensiva del "vizio di mente". Intanto si attende di sapere la data dei funerali

Filippo Turetta per ora non incontrerà i genitori in carcere a Verona, dove è rinchiuso da quando è stato estradato dalla Germania. Nicola Turetta ed Elisabetta Martini non hanno infatti seguito l'avvocato Giovanni Caruso per il colloquio. Il giovane, per la prima volta, avrebbe potuto rivedere il padre e la madre dopo l'omicidio di Giulia Cecchettin e l'arresto. Il mercoledì non sarebbe comunque giorno di colloqui con i familiari per i detenuti nel reparto infermeria, dove è collocato Turetta, ma dopo l'interrogatorio di garanzia durante il quale il giovane ha ammesso l'omicidio è arrivato comunque il via libera da parte del pm di Venezia, Andrea Petroni.

Gli avvocati della famiglia Cecchettin pronto a opporsi in caso Filippo Turetta si dichiari pazzo -

 I legali della famiglia di Giulia Cecchettin sono pronti a opporsi assumendo "i nostri periti" nel caso in cui l'avvocato di Filippo Turetta voglia usare il "vizio di mente" come strategia difensiva. Anche se il difensore non ha ancora richiesto una perizia psichiatrica, con la formula dell'incidente probatorio o la consulenza di parte, la strategia sarebbe emersa durante l'interrogatorio avvenuto in carcere a Verona dove il 22enne, che ha confessato l'omicidio, ha fatto intendere di essere stato colto da un "raptus". Ma nessuno, a partire da Gino Cecchettin, crede a questa ipotesi. 

Per gli avvocati di parte civile non si è trattato di un omicidio dettato dall'impeto -

 Non credono all'ipotesi del vizio di mente i familiari di Giulia Cecchettin né i legali. Lo dimostrerebbe il disegno del crimine: l'aggressione con il nastro adesivo, che era stato comprato prima dell'omicidio; il ritrovamento del cadavere, trovato in un dirupo tra Piancavallo e Barcis il 18 novembre, nascosto in una grotta con due sacchi neri volti a nasconderlo; e infine la fuga in Germania. Sono elementi che preludono una premeditazione, un piano, e non si coincilierebbero quindi con la tesi della follia.

L'aggravante dello stalking -

 I legali della famiglia Cecchettin hanno anzi ipotizzato, oltre alla premeditazione, un'altra aggravante: lo stalking. "L’omicidio di Giulia è aggravato dallo stalking - ha affermato al Corriere della Sera Gentile Nicodemo -. Filippo Turetta ha dimostrato di essere un molestatore assillante: il suo comportamento, come sta emergendo da più elementi da noi
già raccolti, è connotato da plurime e reiterate condotte che descrivono 'fame di possesso' verso Giulia. Filippo aveva messo in atto un assedio psicologico che aveva provocato nella ragazza uno stato di disorientamento e di importante ansia. Un uso padronale del rapporto che ha spinto Turetta prima a perpetrare reiterate azioni di molestie e controllo, anche tramite chiamate e messaggi incessanti, e poi, in ultimo l’omicidio, al fine di gratificare la sua volontà persecutoria".

I funerali -

 Mentre si avviano le prime fasi processuali, si attende di capire quando si potrà fissare la data dei funerali di Giulia Cecchettin. Sembra improbabile che la cerimonia per l'ultimo saluto alla 22enne possa essere il giorno dopo l'autopsia, che verrà eseguita il 1 dicembre, per via dei tempi stretti. Bisognerebbe che la procura desse il nullaosta immediato e contemporaneamente si mettesse in moto la macchina organizzativa di un evento che prevede l'arrivo di almeno 10mila persone con un sistema di sicurezza per le personalità e le autorità nazionali che potrebbero partecipare. L'unica certezza, per ora, è il luogo dove i funerali verranno celebrati: la Basilica abbaziale di Santa Giustina in Prato della Valle (Padova).

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