Tradizione e innovazione sono parte del Dna del mondo artigianale e la dimostrazione è data da come il digitale sia diventato uno dei maggiori alleati proprio di artigiani e piccole imprese durante la pandemia. Per far fronte alle restrizioni imposte durante la fase più dura del Covid, il digitale è stato infatti un’arma che ha permesso la sopravvivenza, e poi lo sviluppo, di molte realtà, permettendo alle imprese di passare dalla dimensione locale ai mercati internazionali.
A riprova, basti pensare che lo scorso anno, il 67% delle micro e piccole imprese ha investito in almeno uno dei tre ambiti della transizione digitale: tecnologie digitali, modello organizzativo aziendale e sviluppo di nuovi modelli di business.
IA, intelligenza artigiana -
Per le piccole imprese l’intelligenza artificiale si sta dimostrando un alleato per ottimizzare le proprie attività. Secondo l’Ufficio studi di Confartigianato in Italia vi sono 125mila micro e piccole imprese che nel biennio 2021-2022 hanno utilizzato soluzioni di intelligenza artificiale. “L’intelligenza artificiale è un mezzo, non è il fine - spiega Marco Granelli, presidente di Confartigianato -. Non va temuta, ma governata da un’altra IA, l’Intelligenza Artigiana, per farne uno strumento capace di esaltare la creatività e le competenze, ineguagliabili, dei nostri imprenditori”.
“Non c’è robot o algoritmo che possano copiare il sapere artigiano e simulare il nostro talento che rende unico nel mondo il made in Italy - prosegue Granelli -. Vogliamo consentire ai nostri imprenditori di partecipare alla sfida dell’innovazione per migliorare l’eccellenza e l’unicità di ciò che producono. Con un modello irrinunciabile: il modello made in Italy, perché crediamo che nessun robot potrà mai sostituire l’uomo e la sua intelligenza. Una cosa è certa: la tecnologia, la cultura digitale aiutano, ma per i piccoli imprenditori italiani a vincere è sempre la persona, non la macchina”.
Gli artigiani del futuro sono già qui -
Quanto impatti l’innovazione digitale nel mondo artigiano è reso ancora più evidente quando si analizza come sia presente in molti laboratori, anche in quelli più tradizionali. Gli orafi ad esempio utilizzano già le stampanti 3D per poter dare vita alla propria creatività. I falegnami, grazie al braccio robotico, riescono a eliminare sprechi e a rendere più efficiente il proprio lavoro. Gli artigiani calzaturieri grazie al foot scanner e a Internet, oggi possono realizzare scarpe su misura per clienti distanti migliaia di chilometri. Ancora più sofisticata la tecnologia utilizzata dalle piccole aziende che realizzano componenti meccaniche di altissima precisione, come gli artigiani della Motor Valley in Emilia Romagna, o apparecchiature biomedicali, come nel distretto di Mirandola.
La rivoluzione tecnologica riguarda poi tutto il mondo che gira attorno alla domotica: se la casa del futuro sarà tutta connessa e in rete serviranno sempre più cyber-idraulici e tecno-elettricisti in grado di installare ed effettuare la manutenzione degli elettrodomestici "intelligenti". Lo stesso vale per l’automotive dove i meccatronici sono l’evoluzione di meccanici ed elettrauto impegnati nella cura di veicoli altamente tecnologici.
“La tecnologia digitale al servizio dell’intelligenza artigiana – conclude il Presidente di Confartigianato - è una miscela per realizzare un modello di sviluppo economico e sociale a misura d’uomo, ricco della creatività e delle competenze inimitabili delle piccole imprese italiane. Sapremo vincere le sfide delle grandi transizioni con la forza dei valori artigiani, capaci di unire l’innovazione tecnologica con la tradizione manifatturiera per dare anima a prodotti e servizi belli e ben fatti, simbolo del made in Italy e frutto della testa, delle mani e del cuore dei nostri imprenditori”.