TESTI APPROVATI IN CDM

Dl Giustizia, niente test psicoattitudinali per i magistrati ma via libera alle "pagelle"

Paletti per il collocamento fuori ruolo delle toghe. Introdotto, in caso di valutazione positiva, l'espressione di un giudizio solo sulla capacità organizzativa delle toghe

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Nei decreti legislativi sulla Giustizia approvati in Cdm non compare l'inserimento dei test psico-attitudinali per l'ingresso in magistratura. L'ipotesi era emersa lunedì mattina, durante la riunione preparatoria del Consiglio dei ministri, ma non ha poi trovato posto nei testi. Uno dei provvedimenti stabilisce anche "paletti" per il collocamento fuori ruolo dei magistrati: non potranno essere collocati fuori ruolo prima del decorso di dieci anni di effettivo esercizio della giurisdizione. Via libera alle "pagelle".

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Il primo decreto, in attuazione della legge delega, riguarda la disciplina dell'accesso in magistratura e le valutazioni di professionalità dei magistrati. Il secondo introduce una stretta alla disciplina del collocamento fuori ruolo dei magistrati ordinari, amministrativi e contabili. Niente inserimento dei test psico-attitudinali per l'ingresso in magistratura.

Magistrati fuori ruolo -

  In base a quanto previsto non potranno essere collocati fuori ruolo prima di dieci anni di effettivo esercizio della giurisdizione e, fatti salvi incarichi presso istituzioni di particolare rilievo, sono necessari tre anni di esercizio prima di un nuovo collocamento fuori ruolo se il primo incarico ha avuto una durata superiore a cinque anni. Viene inoltre codificato il principio della necessaria sussistenza di un interesse dell'amministrazione di appartenenza per consentire l'incarico fuori ruolo. Viene ridotto il numero massimo di magistrati collocati fuori ruolo: 180 per la magistratura ordinaria.

È introdotto, come elemento preclusivo, la scopertura dell'ufficio di provenienza, rimettendone la concreta determinazione della percentuale di scopertura rilevante agli organi di autogoverno. In sostanza, la toga chiamata ad andare fuori ruolo, potrebbe invece essere 'trattenuta' se presta servizio in un ufficio giudiziario in carenza di organico.

Valutazione delle toghe -

  In caso di valutazione non positiva o negativa di un magistrato, si riducono le ipotesi di dispensa dal servizio, prevedendo comunque penalizzazioni economiche e di carriera. Attualmente, dopo una valutazione negativa, per non essere escluso dalla magistratura occorreva per il magistrato avere obbligatoriamente una valutazione positiva. Con la riforma, ora può esserci anche una valutazione non-positiva (che è diversa da negativa): in questo caso il magistrato rimane in magistratura, è rivalutato dopo un anno e perde aumento di stipendio e progressione di carriera.

Esito indagini e giudizi -

  Maggiore rilievo, rispetto al passato, alla sussistenza "di gravi anomalie" sull'esito delle "fasi e gradi del procedimento e del giudizio e in particolare al rigetto delle richieste formulate dal pm" o alla "riforma dei provvedimenti dei magistrati giudicanti" e che siano legati "a motivi particolarmente gravi o siano particolarmente numerosi".

Organizzazione del lavoro -

  Il provvedimento introduce, in caso di valutazione positiva, l'espressione di un giudizio solo sulla capacità organizzativa del magistrato. Le voci di valutazione di un magistrato sono tante: indipendenza, imparzialità, produttività, laboriosità. Solo sulla capacità di "organizzare il lavoro", voce che viene esaminata al momento di concorrere per incarichi direttivi e semi-direttivi, la valutazione viene espressa secondo una scala di giudizio, da discreto a ottimo. Il giudizio non riguarda gli aspetti più strettamente correlati allo svolgimento del lavoro. 

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