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Dagli scarti al foglio: una storia green

Agrumi, mandorle e tessuti: Favini regala una seconda vita ai sottoprodotti industriali, creando carte ecologiche di alta qualità

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È vero, la sostenibilità è una storia difficile da scrivere. Se però proviamo a farlo sulla carta giusta, forse può diventare più semplice. Per fortuna qualcuno ha già fatto qualche tentativo. Stiamo parlando di Favini, una realtà che sin dagli anni Novanta ha sviluppato delle carte capaci di unire sostenibilità e innovazione.

Se tutte le favole iniziano con “C’era una volta”, questa che vi raccontiamo oggi potrebbe iniziare con “C’è ancora”. Esatto, perché negli stabilimenti di Favini tutto ciò che gli altri si sono lasciati alle spalle viene recuperato per dare vita a qualcosa di nuovo. Scarti di diverse lavorazioni, che grazie ai principi dell’economia circolare si trasformano in carte ecologiche di alta qualità. Un progetto chiamato “Paper from our Echosystem”. Carte realizzate con fibre naturali, scarti agroalimentari, prodotte con energia rinnovabile e ovviamente riciclabili e biodegradabili.

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Come ci ha raccontato Eugenio Eger, Amministratore Delegato di Favini: “L’economia circolare è da sempre nel DNA di Favini. Da molti anni ci divertiamo a ricercare scarti di altre filiere produttive, industriali, per poterli integrare all’interno dei nostri prodotti. Tra i tanti scarti che abbiamo ricercato e studiato, ne abbiamo selezionati alcuni che meglio si adattano alla produzione della carta. E abbiamo scelto la lavanda, gli agrumi, il caffè, le mandorle e tanti altri prodotti. In questo modo noi abbiamo realizzato in maniera perfetta i principi dell’economia circolare senza però rinunciare a fare prodotti di alta qualità e di grande bellezza come è tipico di Favini”.

Un esempio di questa filosofia è Crush, la gamma di carte ecologiche create con i residui di lavorazioni agroindustriali. Agrumi, mandorle, uva, caffè e tanto altro. Innovazione, sostenibilità e anche un po’ di fantasia per delle carte esteticamente belle e di grande qualità.

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Ha aggiunto Michele Posocco, Marketing Manager di Favini: “L’idea della linea Crush nasce dalla laguna di Venezia a inizio anni Novanta, con il recupero delle alghe in eccesso, che diventano un materiale prezioso per la produzione di carta. Il passo successivo è la linea Crush: recupero di scarti della filiera industriale in ottica di upcycling. Questi sottoprodotti vengono riutilizzati come materia prima per la produzione di carta, in sostituzione di un 15% della cellulosa di albero. Favini ha poi messo a punto le linee fatte con il recupero del cuoio, e in tempi più recenti degli scarti del tessile, in particolare cotone e lana”.

Con una carta così, anche scrivere il futuro del Pianeta può diventare meno complicato.  

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