Primo sì Ue a stretta sul packaging, deroghe per riciclo
La proposta è di passare dalla logica del riciclo a quella del riuso. A tal fine la proposta di regolamento sul packaging prevede una riduzione dei rifiuti prodotti dagli imballaggi del 5% entro il 2030, del 10% per il 2035 e del 15% entro il 2040
L'annunciata rivoluzione copernicana sul packaging europeo si trasforma in un primo passo segnato da deroghe a macchia di leopardo, ma passa a larga maggioranza all'Eurocamera e va incontro alle richieste del governo e delle imprese italiane. Il primo sì della plenaria - si tratta infatti dell'ok alla posizione negoziale del Pe in vista del trilogo con il Consiglio Ue - ha visto tuttavia la maggioranza italiana spaccarsi sullo scrutinio finale: Fi ha votato a favore mentre Fdi e Lega, nonostante il testo fosse stato nettamente ammorbidito, si sono espresse contro, così come i loro gruppi di appartenenza.
L'arrivo della proposta di regolamento sugli imballaggi in aula era stato preceduto da una valanga di emendamenti e dalle crescenti preoccupazioni dell'Italia. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, martedì è volato a Strasburgo per fare la quadra in vista del voto. Il pressing, alla fine, è servito. "L'Italia ha vinto una battaglia in Europa, ora proseguiamo su questa strada", ha sottolineato Urso. "Sono stati coniugati i diritti dei cittadini, l'ambiente e l'occupazione", ha aggiunto il ministro per gli Affari Ue Raffaele Fitto. Ma ad essere soddisfatta è stata l'intera maggioranza Ursula: Ppe, Socialisti e Renew sui principali emendamenti hanno infatti trovato una convergenza che, di questi tempi, non è affatto scontata.
DAL RICICLO AL RIUSO
Il testo parte da un presupposto: passare dalla logica del riciclo a quella del riuso. A tal fine la proposta di regolamento sul packaging prevede una riduzione dei rifiuti prodotti dagli imballaggi del 5% entro il 2030, del 10% per il 2035 e del 15% entro il 2040. Target che aumentano per gli imballaggi in plastica: 10% entro il 2030, 15% entro il 2035 e 20% entro il 2040. Il testo approvato dal Pe tuttavia, ammorbidisce nettamente le misure e, dato particolarmente importante per l'Italia (hub dell'industria del riciclo), esclude dal divieto del monouso gli Stati che hanno un livello di riciclo di almeno l'85% a partire dagli anni 2026-27.
Dall'obbligo del riuso viene esentato tutto il settore dell'Horeca - ovvero hotel, ristoranti e catering. Saltano anche gli obiettivi di riuso al 2040 per gli imballaggi per il trasporto delle merci: il cartone per la pizza, il contenitore di un hamburger da fast food, per fare due esempi, li vedremo ancora per molto tempo. Come non spariranno le buste che, al supermercato, contengono le insalate pronte: anche i contenitori a contatto con i cibi freschi sono, infatti, esclusi dai target della normativa. Fuori da ogni divieto, infine, anche i cartoni per i grandi elettrodomestici o i contenitori usati dalle piattaforme e-commerce. Il testo prevede invece che il 10% degli imballaggi delle bevande alcoliche debbano essere riutilizzabili entro il 2030. E obbliga i ristoratori non solo a servire ai clienti acqua del rubinetto ma anche a consegnar loro del cibo nel caso in cui il cliente porti un suo contenitore dove mettere il pranzo o la cena.
In questo crogiolo di target e di deroghe quasi tutti i gruppi, al Pe, hanno trovato una ragione per votare il testo. Il M5S ha criticato il Pd per aver sostenuto gli emendamenti del centrodestra ma, come i Dem e come anche i Verdi, ha votato il testo, definito dagli eurodeputati ecologisti, un "primo passo". FI ha cantato vittoria e anche Fdi e Lega hanno espresso una certa soddisfazione, ma alla fine hanno votato contro. "E' una grave spaccatura nel governo", ha attaccato il Dem Brando Benifei. "Grazie al centrodestra il Pd per una volta ha fatto bella figura", ha replicato il capodelegazione di Fdi Carlo Fidanza.
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