Femminicidi, la violenza sulle donne e i giovani: sono in aumento i casi tra gli under 30
Nel 2023 in Italia sono state uccise 54 donne: dieci di loro avevano meno di trent'anni. Dramma nel dramma: un figlio su tre ha assistito alla morte della madre
I dati sui femminicidi continuano a subire sempre un tragico e insopportabile scatto, come quando si volta e si aggiorna la pagina di un calendario maledetto. Ogni giorno, ogni settimana, ogni mese, l'elenco dei nomi, delle vite e delle storie di donne morte per mano degli uomini viene visto al rialzo. C'è poi un altro aspetto: la violenza sulle donne riguarda molto anche i giovani, nello specifico gli under 30. Quello della 22enne Giulia Cecchettin, uccisa dall'ex fidanzato Filippo Turetta, è il decimo caso da inizio anno. E poi c'è il dramma nel dramma degli orfani.
Se, infatti, nel 2023, ci sono stati 54 femminicidi, dieci di queste vittime avevano meno di trent'anni. Perché, come ha detto Elena Cecchettin, la sorella di Giulia, nella lettera al Corriere della Sera, "Filippo non è un mostro ma un figlio sano del patriarcato". I dati sui casi tra i giovani, infatti, mostrano come il retaggio culturale maschilista non appartenga solamente alle vecchie generazioni abituate a certe arcaiche visioni di ruoli e assetti familiari prestabiliti. Non c'è alcuna rivoluzione culturale in atto, nemmeno tra gli under 30 e il susseguirsi di casi di donne uccise dagli ex mariti o ex fidanzati scolpisce nella pietra il dato più impietoso: quello che ci suggerisce quanta strada resti da fare per iniziare a pensare, prima ancora che agire, diversamente.
Giulia, tra l'altro, è il nome che accomuna tre giovani vittime. Giulia Cecchettin è stata brutalmente uccisa dal suo ex a 22 anni, pochi giorni prima di laurearsi. Giulia Donato, che di anni ne aveva 23, è stata uccisa a gennaio dal fidanzato Andrea Incorvaia, guardia giurata che le sparò prima di togliersi la vita. Giulia Tramontano aveva 29 anni e un figlio in grembo quando (era al settimo mese) venne accoltellata dal fidanzato Alessandro Impagnatiello.
Poi c'è Yana Malayko, 23enne originaria dell'Ucraina, uccisa dal fidanzato Dumitru Stratan il 20 gennaio: il suo corpo era nascosto tra i rovi nei pressi del cartello stradale di Lonato, dietro a un'azienda florovivaista. Maria Brigida Pesacane è stata uccisa a 24 anni dal suocero Raffaele Caiazzo nell'ambito di un duplice omicidio in cui è rimasto vittima anche il cognato, Luigi Cammisa. Sofia Castelli di anni ne aveva 20 ed era appena rientrata a casa, a Cologno Monzese, quando il suo ex, Zakaria Atqaoui, che si era nascosto nell'armadio, la massacrò. Di anni ne aveva 28 Danjela Neza, uccisa a Savona con un colpo di pistola alla testa da Sefayou Sow, 27enne guineano che chiamò poi il 112 confessando l'omicidio.
Era solo una 16enne invece Gessica Malaj, uccisa a Foggia dal padre dopo aver tentato di difendere la madre. A 17 anni è stata strappata la vita a Michelle Maria Causo, il cui corpo fu abbandonato accanto a un cassonetto dell'immondizia, nel quartiere Primavalle, a Roma. Per la sua morte fu stato arrestato un 17enne. Celine Frei Matzohl fu trovata morta ad agosto nell'abitazione dell'ex compagno Omer Cim, 28 anni, a Silandro, in provincia di Bolzano: aveva 21 anni.
Il dramma degli orfani E' poi emerso che dei 157 orfani presi in carico dai quattro progetti finanziati dall'impresa sociale "Con i Bambini" - l'organizzazione che si occupa del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile stanziato dal governo - nel 36% dei casi erano presenti durante l'uccisione della mamma. Anche se non ci sono stime ufficiali su quanti siano gli orfani delle vittime di femminicidio in Italia, si sa comunque che altri 260 in tutta Italia a breve inizieranno un percorso di sostegno.
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