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I teatri delle grandi città

Il pubblico chiede la qualità

Adessoteatro

di Marco Calindri                                                                 marcocalindri@libero.it Andrea Lorenzon (consulente web)                                 info@digitaltools.it

Per completare l’argomento trattato nel precedente articolo, ‘Controtendenza’, provo ad elencare altri vantaggi che possono derivare dal prolungamento degli spettacoli di prosa nei teatri delle più importanti città italiane.

La quantità di pubblico potenziale di una grande città, infatti, dovrebbe poter garantire un periodo di programmazione tale da attivare quel ‘passaparola’ tra gli spettatori che, da sempre, spinge amici e conoscenti ad andare a vedere uno spettacolo che ha soddisfatto chi già lo ha visto.

Occorre qualche giorno prima che questo meccanismo possa dare dei risultati concreti e, se uno spettacolo è programmato soltanto per tre o quattro repliche, evidentemente manca poi il tempo necessario per attuarlo.

Un altro vantaggio riguarda direttamente i teatri perché, programmare uno spettacolo per pochi giorni, li costringe ad ospitarne altri per poter coprire l’intero arco di una stagione che, mediamente, supera le 200 serate.

E non è affatto scontato che il livello di produzione degli spettacoli ancora disponibili nel panorama teatrale, sia tale da garantire e soddisfare il gradimento del pubblico.

E’ fatale, infatti, che aumentando il numero degli spettacoli da programmare, a risentirne sarà la qualità.

Nelle città più piccole il problema non si pone perché la potenzialità del numero di spettatori copre, generalmente due o tre repliche a spettacolo e, nei centri ancora più piccoli, una sola serata.

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