OMAGGIO ALLA SUA GENIALITA'

Enzo Jannacci, a dieci anni dalla scomparsa un album con registrazioni private e inediti | Il figlio Paolo: "Papà ora è un punto di riferimento"

Esce “Enzo Jannacci – Qualcosa da ascoltare – tra inediti e rarità” fortemente voluto dal figlio Paolo

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A dieci anni dalla scomparsa di Enzo Jannacci, Ala Bianca pubblica “Enzo Jannacci - Qualcosa da ascoltare - tra inediti e rarità”, un album che raccoglie registrazioni private dei primi anni di attività artistica, restaurate e masterizzate e tre brani inediti. I vecchi di cassetti di casa riservano sempre sorprese, quelli di casa Jannacci anche qualche piccolo tesoro in musica dimenticato e seppellito dalla polvere del tempo. Così Paolo, figlio dell'indimenticato cantautore, ha messo mano a vecchi nastri e incisioni per un omaggio al padre.

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L'album -

  Il vinile "Enzo Jannacci - Qualcosa da ascoltare - tra inediti e rarità" rende omaggio alla memoria e alla genialità di Enzo Jannacci nel decennale della sua scomparsa, un anno importante in cui si è ricordato il grande cantautore con un concerto evento al teatro Arcimboldi di Milano dal titolo "Jannacciami", con il docufilm di Giorgio Verdelli passato a Venezia 80 e con il tributo all’artista conferito dal Club Tenco con la Rassegna 2023 intitolata "Vengo anch’io".

Cosa contiene -

  Come spiega Paolo Jannacci: "Il progetto fa parte di un lavoro di salvaguardia di nastri che avevo. Nastri di famiglia, professionali, non professionali, copie, che ho cominciato a salvare in digitale. Quando mi sono reso conto che c'era del materiale interessante ho pensato di farlo uscire. Certo, non pubblicherò mai registrazioni dove lui canta a me 'E la vita, la vita'. Un'operazione molto naturale, meno dal punto di vista emotivo. Ci sono cassette dove ci sono anche io, ma quelle rimangono chiuse dove sono: non c'è ancora abbastanza distacco emotivo per riprenderle in mano".

Registrazioni private e inediti -

  Nel disco anche tre inediti lasciati da parte ai tempi ("Con le mani sopra il viso", "Non posso sporcarmi il vestito", "Il vestito dell'altro ieri"), il primo provino di un pezzo iconico come "El portava i scarp del tennis", la versione live con la band di "Les feuilles mortes". Sul lato B alcuni momenti per rivivere il Cabaret musicale jannacciano, compreso qualche titolo firmato dalla penna sagace di Dario Fo ("La luna è una lampadina" e "Un foruncolo"). "Ascoltando tutto il materiale, non ho scoperto niente che già non sapessi già di mio padre - racconta ancora Paolo -. Era un artista con un grandissimo rispetto per la musica, una riverenza quasi esagerata e rimproverava me, bambino, che avevo un rapporto ludico con lo strumento. Con il senno di poi è un atteggiamento fondamentale se vuoi avere una marcia in più dal punto di vista compositivo. Aveva un grande interesse per l'essenziale, per la storia, per il racconto. Mi è piaciuto capire come si muoveva agli inizi del suo percorso da cantautore, come posso esserlo io ora, con i provini, con i musicisti". E poi svela una scoperta sorprendente per uno come Enzo Jannacci: "ho trovato una versione alternativa de Il Tassì, e ho scoperto che si è fatto autocensura. Tra le cose che rimanevano nella macchina c'era anche una cinghia dei pantaloni... sparita poi evidentemente per il concetto di decenza di quel periodo".

Enzo Jannacci, un punto di riferimento -

  Il vinile "Enzo Jannacci - Qualcosa da ascoltare - tra Inediti e rarità è destinato in primis agli appassionati di Jannacci, ai collezionisti "ma ho sempre lavorato con il papà, perché i dischi non fossero dischi di nicchia, ma fossero recepiti e considerati dalla maggior audience possibile", sottolinea ancora il figlio del medico-cantante - al lavoro su un suo album di prossima uscita, a tre anni dall'ultimo - per il quale la difficoltà maggiore è stata nel restauro, ovvero "ottimizzare per il 2023 una cosa fatta per sbaglio negli anni Sessanta, senza però che venisse cambiata la pasta del tempo". A distanza di dieci anni dalla morte, qual è oggi l'eredità che ha lasciato Jannacci? "Cosa è rimasto non lo so, senz'altro è diventato un punto di riferimento. Quando era in vita non lo era: faceva parte del giro, era una delle facce del prisma del nostro circo mediatico. Per certi versi è diventato irraggiungibile. Come figlio, invece, mi manca il non potermi confrontare con lui sulle problematiche personali e generali, non riesco a trovare un interlocutore con cui sfogarmi o da cui imparare qualcosa".