Sostenibilità: l'Italia deve accelerare
Siamo ancora a metà percorso rispetto ai 17 obiettivi che 193 paesi aderenti alle Nazioni Unite si diedero come imperativo con scadenza 2030. Su alcuni di questi capitoli il nostro paese evidenzia infatti dei ritardi
L’Italia adesso deve accelerare e fare di più. Se dovessimo trovare un titolo di sintesi all'ultimo rapporto elaborato dall'Alleanza italiana sullo Sviluppo Sostenibile, questo sarebbe forse il più indicato. Perché siamo a metà percorso rispetto ai 17 obiettivi che 193 paesi aderenti alle Nazioni Unite si diedero come imperativo con scadenza 2030. Su alcuni di questi capitoli il nostro paese evidenzia dei ritardi.
È l'esempio della lotta alla povertà (primo obiettivo in assoluto). La pandemia ha allargato le differenze sociali e di condizioni di vita e oggi il saldo è di 2 milioni di famiglie in povertà assoluta, il 7,5% del totale che comprende 1,4 milioni di minori. Sul fronte ambientale l’Italia registra il 42% di perdite dei sistemi idrici; solo il 21,7% delle aree terresti e solo il 6,9% di quelle marine sono protette; lo stato ecologico non è buono per il 41,7% di fiumi e laghi; il degrado del suolo interessa il 17% del territorio nazionale; l’80,4% degli stock ittici è sovrasfruttato; le energie rinnovabili rappresentano il 19,2% del totale, il che non ha consentito di iniziare quel processo di netta riduzione delle emissioni su cui l’Italia si è impegnata a livello internazionale - si legge nel rapporto.
Passi avanti sono stati compiuti invece sul fronte dell’economia circolare (il consumo materiale pro-capite si è ridotto del 33% in dieci anni) ed è cresciuto il tasso di innovazione (+21% tra il 2010 e il 2018), ma molte imprese mostrano resistenze ad investire nella trasformazione digitale ed ecologica; il Paese necessita di forti investimenti, anche per rendere le infrastrutture più resilienti di fronte alla crisi climatica. La finanza sta muovendosi nella direzione della sostenibilità, e questo sta orientando sempre di più anche le scelte di investimento dei risparmiatori.
Se l'Italia deve migliorare su diversi fronti, il quadro allargato non sorride di più. Secondo l’Onu solo nel 12% dei casi si è sulla buona strada per raggiungere i valori obiettivo. Più della metà dei paesi sono “moderatamente o gravemente fuori strada” e circa il 30% non ha fatto registrare alcun avanzamento o si trova oggi in una condizione peggiore di quella del 2015.
Secondo i dati e le previsioni contenute nel rapporto ASviS nel 2030 vivranno ancora in povertà estrema oltre mezzo miliardo di persone nel mondo; oltre 80 milioni di bambine e bambini non andranno a scuola e 300 milioni non saranno in grado di leggere e scrivere; le emissioni continueranno a crescere e la temperatura media, già aumentata di 1,1°C rispetto ai livelli preindustriali, raggiungerà il limite di 1,5° previsto dagli Accordi di Parigi già nel 2034.
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