I genitori di Giulia Cecchettin e dell'ex fidanzato Filippo Turetta hanno lanciato un appello ai figli affinché li contattino al più presto. I due giovani, entrambi 22enni, sono scomparsi nel nulla sabato dopo che si erano visti a cena, nel fast food di un grande centro commerciale a Marghera (Venezia). La ragazza aveva mandato l'ultimo sms alla sorella intorno alle 22.43 - parlando di vestiti - e da quel momento né lei né il suo ex, coetaneo, hanno più dato notizie. Entrambe le famiglie hanno denunciato la scomparsa, ma Il papà di Giulia, Gino, ha manifestato un terribile presentimento. Secondo lui, l'ex fidanzato di Giulia "non si era mai rassegnato alla fine di quel rapporto". Le ricerche, coordinate dai Carabinieri di Venezia, dal Veneto sono state estese anche al Friuli Venezia Giulia. La Fiat Punto nera sulla quale si trovavano i due giovani "era ancora in movimento almeno fino all'alba di lunedì". Lo ha confermato il criminologo Edoardo Genovese che sta assistendo in queste ore le famiglie dei due ragazzi. Intanto, un testimone ha raccontato di aver chiamato i carabinieri dopo aver assistito a un'accesa lite in auto tra i due ragazzi vicino casa di lei. E a poca distanza, la scientifica avrebbe trovato delle tracce di sangue.
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Il mistero dell'auto: in movimento fino all'alba di lunedì -
La Fiat Punto che sabato notte è stata registrata in transito ai confini tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, è stata intercettata un'ultima volta all'alba di lunedì, secondo quanto scrive "La Nuova Venezia". Secondo fonti investigative, scrive il quotidiano online, la targa sarebbe stata "letta" alle 5 a Pordenone e poco dopo a Fiume Veneto.
L'appello dei genitori -
Il papà di Giulia e i genitori di Filippo si sono presentati assieme davanti ai cameramen delle tv e ai giornalisti e hanno letto, separatamente, due brevi dichiarazioni. In entrambe si sono rivolti ai figli pregandoli di contattarli al più presto e hanno rivolto un appello a chiunque abbia notato la Fiat Punto nera guidata dal ragazzo a segnalare la cosa alle forze dell'ordine. "Filippo era del tutto normale in questi giorni, anche l'ultimo giorno che l'abbiamo visto sembrava stare bene" ha detto il papà, Nicola Turetta. "Vogliamo bene a Filippo e vogliamo bene a Giulia, vogliamo soltanto che ritornino a casa", ha aggiunto la mamma del ragazzo. "Ragazzi, contattateci o tornate a casa", ha detto Gino Cecchettin, il padre di Giulia. "Non sappiamo dove siano e a chi li vede - ha proseguito parlando con i giornalisti - chiediamo di segnalarli alle forze dell'ordine o chiamarci ai numeri pubblicati sui social. L'auto è la Fiat Punto nera". Cecchettin non ha rilasciato commenti, ha solo sottolineato il grande impegno delle forze dell'ordine parlando di "uno spiegamento di forze imponente". La zia di Giulia, invece, ha lanciato un appello all'ex fidanzato: "Riportacela".
La lite in auto -
Gli investigatori stanno vagliando attentamente la testimonianza di un vicino di casa dei Cecchettin, che sabato notte avrebbe udito delle urla provenire dall'auto di Turetta, ferma nel parcheggio davanti alla casa della giovane, a Vigonovo (Venezia). Secondo il testimone, la vettura - corrispondente alla Punto nera che gli occhi elettronici di lettura delle targhe installati in diversi comuni hanno segnalato in provincia di Pordenone, al confine con il Veneto, e poi ancora in provincia di Treviso - è poi ripartita, allontanandosi, prima dell'arrivo dei carabinieri che aveva contattato. Uno zio della ragazza, riferendosi alla medesima - e per ora unica - testimonianza, ha sostenuto che se la nipote è stata sentita gridare è perché "qualcuno la stava trattenendo".
Le macchie di sangue in strada -
Fonti investigative sottolineano che lo stesso papà di Giulia, pur nutrendo sospetti su quello che potrebbe esser successo, non ha ancora perso le speranze di trovare i due ragazzi vivi. Ma alla vicenda si aggiunge un nuovo inquietante tassello, riportato anche da Il Corriere della Sera: nella zona industriale di Fossò, nel Veneziano, proprio dove era passata l’auto di Filippo dopo il litigio nel parcheggio, sono state trovate nove grandi chiazze di sangue. La strada è stata chiusa per 5 ore e il Nucleo investigativo e la Scientifica hanno fatto i rilievi: non si sa ancora se quel sangue sia collegato alla scomparsa dei ragazzi, saranno gli esami a dirlo.
"Lui non si era mai rassegnato alla fine di quel rapporto" -
I due si erano conosciuti all'Università di Padova, al corso di Ingegneria biomedica. Giulia dovrebbe discutere la laurea giovedì 16 novembre, da poco ha perso la mamma. Erano stati fidanzati per alcuni mesi. Poi, ad agosto, il rapporto sentimentale era finito. Tuttavia non avevano smesso di frequentarsi, come amici, almeno così sembrava alle famiglie. Forse perché Giulia era "presa dal senso di colpa nel vederlo così affranto e depresso". Per il papà della ragazza, "lui non si era mai rassegnato alla fine di quel rapporto".
L'ultimo appuntamento -
L'ultimo appuntamento l'avevano avuto sabato 11 novembre; alle 18 la giovane era uscita di casa, a Vigonovo, e l'amico era passato a prenderla in macchina. Sono stati visti al tavolino del McDonald del centro commerciale 'Nave de vero', a Marghera.
Le ultime tracce -
Prima della scomparsa, le ultime tracce sono state: l'sms di Giulia alla sorella, alle 22.43, dopo il quale non ha più risposto, e il cellulare del ragazzo, agganciato da una cella telefonica a Fossò, un paese del Veneziano vicino a Vigonovo. Poi il silenzio.