La Commissione europea fornirà agli Stati membri un sostegno finanziario di più di 250 milioni di euro per migliorare la gestione dei flussi migratori. Come si legge in una nota, si tratta di una delle misure individuate nella lettera della presidente Ursula von der Leyen in vista del Consiglio europeo di febbraio 2023 per aiutare i 27 a rafforzare la protezione delle frontiere e i sistemi di asilo e accoglienza. In tale contesto, la Commissione ha rivolto agli Stati membri dell'Ue due inviti a presentare richieste di finanziamento nell'ambito dei fondi per gli affari interni.
La Commissione finanzierà con 141 milioni di euro software e fibra ottica per migliorare lo scambio e il trattamento dei dati tra posti di frontiera e centri di comando (Bulgaria, Croazia, Grecia, Lituania e Ungheria), attrezzature per la sorveglianza elettronica ai posti di frontiera (Bulgaria, Lettonia e Lituania) e l'impiego di dispositivi mobili di controllo (Bulgaria, Lituania e Grecia), nell'ambito dell'invito a presentare proposte relativo allo Strumento di sostegno finanziario per la gestione delle frontiere e la politica dei visti. Ulteriori azioni di finanziamento sono state definite per gli Stati membri dell'UE che necessitano di sostegno (Romania, Polonia, Estonia, Bulgaria, Spagna e Lituania), che sarà fornito dalla Commissione in base alla disponibilità di finanziamenti nell'ambito dello Strumento di sostegno finanziario per la gestione delle frontiere e la politica dei visti.
L'invito a presentare proposte nell'ambito del Fondo Asilo, migrazione e integrazione (AMIF), dal valore di 118 milioni di euro, sosterrà i minori non accompagnati finanziando personale supplementare, la formazione per i tutori (Belgio, Cipro, Slovacchia e Spagna), l'accoglienza/l'assistenza familiare, l'assistenza nell'ambito della comunità e modalità di vita semiautonoma per gli adolescenti (Bulgaria, Cipro, Grecia, Italia e Spagna). Rafforzerà inoltre le strutture di accoglienza alle frontiere, finanziando la ristrutturazione dei centri di accoglienza esistenti (Italia, Lettonia, Lituania e Polonia) e la costruzione di nuovi centri di accoglienza (Cipro e Italia).
Il finanziamento farà parte dei programmi degli Stati membri. Le azioni possono iniziare immediatamente e saranno attuate dalle agenzie degli Stati membri o dalle organizzazioni partner della società civile, come le ong e le Nazioni Unite.