A Sciacca cresce il malcontento della cittadinanza per la chiusura di sempre più reparti dell'Ospedale "Giovanni Paolo II" (l'ultimo quello di Ortopedia). Una struttura di riferimento per il distretto che dopo alcune scelte regionali rischia di perdere importanti servizi a favore delle strutture provinciali di Agrigento. Per questo la cittadinanza, i comitati, gli amministratori e i parlamentari siciliani hanno partecipato alla manifestazione, promossa da diciannove sindaci dell'hinterland e dal locale comitato civico per la sanità: un corteo si è snodato dalla piazza Saverio Friscia fino a piazza Angelo Scandaliato, dove ci sono stati gli interventi conclusivi.
I comitati e il sindaco in difesa dell'ospedale -
"Occorre - ha detto il portavoce del comitato Ignazio Cucchiara - che il riconoscimento di Dea di primo livello, ottenuto nel 2019, diventi concreto. Al momento non è così, e questo è inaccettabile. Le potenzialità del nostro ospedale sono grandi, e dobbiamo pretendere che vengano rispettate". "Sono orgoglioso - ha aggiunto Fabio Termine, sindaco di Sciacca - di vedere tutta questa gente che chiede solo che il 'Giovanni Paolo II' offra tutti quei servizi che lo rendono un punto di riferimento di un'intera comunità".
L'ultima chiusura: il reparto di Ortopedia -
Recentemente, per mancanza di medici, è stato chiuso il reparto di Ortopedia. Per Margherita La Rocca Ruvolo, deputata regionale e sindaca di Montevago, "accanto alla Cardiologia, di cui il commissario straordinario dell'Asp Zappia tesse le lodi per i dati Agenas che la collocano nei primi posti in Italia, devono funzionare anche tutti gli altri reparti". "Sono certo che il governo della Regione terrà conto della richiesta che proviene oggi da questa manifestazione, per rendere i servizi ospedalieri adeguati alle necessità", ha detto Carmelo Pace, capogruppo della Dc all'Ars. "E' da questa iniziativa che il governo deve impegnarsi in favore del miglioramento del diritto alla salute", ha concluso Michele Catanzaro, capogruppo del Pd a Sala d'Ercole.