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Processo a Ciro Grillo, la studentessa che denunciò lo stupro piange in aula: "Volevo urlare ma ero paralizzata"

Il crollo emotivo della giovane quando ha iniziato la ricostruzione della notte nella villa in Sardegna: "Costretta a bere una bottiglia di vodka". L'avvocato Bongiorno: "Devastata, tentò il suicidio"

Ansa

Nel processo a Ciro Grillo, ha testimoniato l'italo-norvegese che accusa il giovane di violenza sessuale. Durante la sua deposizione la studentessa, ora 22enne (all'epoca dei fatti aveva 19 anni), ha avuto un crollo emotivo e ha cominciato a piangere. I giudici hanno quindi deciso di sospendere la seduta per darle il tempo di riprendersi. Il processo si svolge a porte chiuse al Tribunale di Tempio Pausania, dove sul banco degli imputati ci sono, oltre a Ciro, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia

Tgcom24

Il racconto della notte e le lacrime  La giovane, assistita dagli avvocati Giulia Bongiorno e Dario Romano, ha cominciato a raccontare la serata del 16 luglio, trascorsa al Billionaire, dicendo che tutti avevano bevuto molto. Ma, al momento in cui ha iniziato a ricostruire la notte trascorsa nella villetta di Porto Cervo della famiglia Grillo, dove ci sarebbero stati gli abusi, si è bloccata. Non è riuscita a trattenere le lacrime e l'udienza è stata fermata. 

"Ero paralizzata, non riuscivo a muovermi"  E' stata quindi presentata la richiesta di riprendere la deposizione proteggendo la teste con un paravento, ma l'istanza è stata respinta. La giovane ha poi ripreso a parlare rispondendo alle domande del pm Gregorio Capasso. In uno dei passaggi più drammatici del racconto la studentessa ha detto: "Ero paralizzata, volevo urlare ma non riuscivo a muovermi".

"Costretta a bere una bottiglia di vodka"  Poi ha aggiunto: "Non avevo la forza di reagire. Mi hanno costretta a bere una bottiglia di vodka, da lì in poi il black out". La principale accusatrice ha ripercorso la serata del 16 luglio 2019 e la notte del 17 trascorsa nella villa della famiglia Grillo a Porto Cervo: è qui che sarebbe stata costretta a bere la bottiglia di vodka che le avrebbe causato una sorta di black out.

L'avvocato Bongiorno: "Ragazza devastata, tentò il suicidio"  "Una ragazza distrutta, devastata, che ha fatto una deposizione tra i singhiozzi". Così l'avvocato di parte civile Giulia Bongiorno ha descritto il racconto della principale accusatrice di Ciro Grillo e degli altri imputati. "Credo che per un legale queste giornate siano le più difficili, le più complicate e le più dolorose, perché vedere una persona che ha parlato di suicidio, di atti di autolesionismo, di corse verso i binari per farsi mettere sotto il treno non è facile. A volte queste cose si banalizzano, ma invece sono di una gravità inaudita". 

La legale degli imputati: la teste si è contraddetta  "La ragazza ha risposto a tutte le domande del pubblico ministero e della sua legale Giulia Bongiorno, ma dalla sua deposizione emergono tante contraddizioni rispetto a quello che ha raccontato l'amica e a ciò che hanno detto gli altri testimoni sentiti finora", ha dichiarato l'avvocato del pool della difesa, Antonella Cuccureddu, dopo la prima giornata di deposizione in aula. E ancora: "Si tratta di elementi cruciali, dati obiettivi di tipo tecnico che emergono dalle intercettazioni e dagli hard disk, e che hanno reso possibile fare una ricostruzione quasi millimetrica della serata".

Mercoledì il controinterrogatorio dei difensori  Mercoledì per la donna ci sarà il controinterrogatorio dei difensori degli imputati, nessuno dei quali si è presentato in aula. Sono intanto state fissate altre due udienze: dopo quelle già calendarizzate per il 13 e il 14 dicembre, durante le quali proseguiranno le domande alla giovane italo-norvegese, gli appuntamenti successivi saranno il 31 gennaio e il primo febbraio 2024. 

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