L'inchiesta

Caso Soumahoro, la moglie al gip: "Non comprai io i beni di lusso"

"Gli acquisti di beni voluttuari non li ho effettuati io, non ho mai avuto in uso carte di credito della cooperativa", ha detto la donna

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Liliane Murekatete, moglie del deputato Aboubakar Soumahoro, ha parlato davanti al gip di Latina nell'ambito dell'inchiesta sulle cooperative che si occupavano della gestione di migranti e di minori non accompagnati. "Gli acquisti di beni voluttuari non li ho effettuati io, non ho mai avuto in uso carte di credito della cooperativa", ha detto la donna, che lunedì è stata raggiunta da una misura cautelare. "Gli unici pagamenti da lei effettuati sono stati gli stipendi, più le spese per acquistare il cibo per gli ospiti della struttura", ha spiegato l'avvocato. 

Lorenzo Borrè, avvocato della donna, ha riferito come la sua assistita abbia evidenziato che non le possono essere "contestate condotte distrattive", perché gli unici pagamenti da lei effettuati "sono stati gli stipendi, più le spese per acquistare il cibo per gli ospiti e per l'accoglienza dei migranti della struttura e non per l'acquisto di beni voluttuari".

Murekatete, le cui dichiarazioni sono durate una decina di minuti, ha contestato inoltre di aver ricevuto una consulenza da 70 mila euro: "Quei soldi - ha detto al giudice la moglie di Soumahoro - non risultano nel mio conto corrente".

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Nessun acquisto di beni di lusso -

 Insomma, i beni di lusso "non sono stati comprati da lei", tant'è vero che, sottolinea l'avvocato, "nella stessa ordinanza si fa riferimento a questi acquisti, ma non li si riferisce alla signora Murekatete, che non ha mai approvato bilanci relativi a queste spese". Rispetto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, il legale dubita che al momento possano essere revocati, "non per la sua colpevolezza, quanto perché in questa fase processuale ciò non avviene quasi mai. Faremo istanza al Tribunale del Riesame". Per l'esito ci vorrà circa un mese.

La donna, assieme alla madre e a un fratello, è stata raggiunta lunedì da un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari: le accuse nei confronti dei tre, tutti oggi coinvolti nel passaggio processuale - sono a vario titolo frode nelle pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta patrimoniale e autoriciclaggio. 

Inchiesta coop: danni non inerenti a reato -

 "Noi abbiamo contestato tutte le costituzioni di parte civile: quelle dei lavoratori, dei sindacati, del Consorzio Aid e del commissario liquidatore della cooperativa Karibu. Riteniamo che il risarcimento non sia inerente al reato contestato", afferma ancora Borrè, difensore di Liliane Murekatete, riferendosi all'udienza preliminare nella quale il gip di Latina si è riservato di decidere sulle eccezioni di inammissibilità delle costituzioni di parte civile sollevate dagli avvocati della difesa. "Il reato contestato - spiega ancora l'avvocato - è elusione fiscale per un danno erariale di 12 mila euro e non si capisce come questo avrebbe danneggiato i lavoratori".

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