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Giovani sempre più "social" e sempre meno sociali: la GenZ esce poco e si incontra meno

Una voragine si è aperta tra i giovani di appena dieci anni fa e quelli di oggi, e riflette i cambiamenti che ha subito il mondo nello stesso periodo. Che hanno colpito il modo di vivere delle nuove generazioni. Tanto è sempre attiva la "piazza virtuale"

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Se è vero che “chi trova un amico, trova un tesoro”, le nuove generazioni potrebbero essere più povere delle precedenti anche sotto questo aspetto. È la lezione che si può ricavare, come ha fatto il portale Skuola.net, approfondendo le ultime rilevazioni Istat sul loro comportamento sociale, relative al 2022. Infatti nella fascia d’età 15-19 anni, ovvero quella in cui generalmente si cementa questo tipo di legami, meno di 1 giovane su 3 vede quotidianamente gli amici. Solo un decennio prima, nel 2014, circa il 50% degli intervistati dall’istituto di statistica dichiaravano di incontrarsi ogni giorno con i propri coetanei al di fuori degli impegni scolastici. E non è l’unico cambiamento nel modo di vivere il tempo libero.

L'appuntamento con gli amici è sempre più una rarità

Certo, si potrebbe obiettare che comunque la fetta più grande - il 56,5% tra i 15-17enni, il 59,4% tra i 18-19enni - ancora oggi frequenta gli amici con costanza, una o più volte a settimana, seppur non quotidianamente. Ma il trend è comunque in forte calo. Nel 2014 il 95% dei 15-19enni riusciva a incontrare i propri amici almeno una volta a settimana, oggi quel dato è sceso attorno al 90%. Anzi, tra i più piccoli la percentuale si abbassa ulteriormente.

Va detto, a parziale giustificazione di questo strano atteggiamento, che molte cose sono successe in nemmeno dieci anni, il mondo è cambiato parecchio. Nel 2015, ad esempio, l’attacco terroristico al Bataclan di Parigi - oltre a tutte le altre drammatiche implicazioni - è stato un colpo inaspettato alla spensieratezza della gioventù europea. Ma il colpo di grazia alla socialità e alla mobilità lo ha sicuramente dato la pandemia, che ha indubbiamente abituato i ragazzi all’isolamento sociale. Cosicché, anche una volta passata l’emergenza, in tanti hanno deciso di proseguire su quella strada.

La GenZ diserta i luoghi di aggregazione tradizionali

Una tendenza al ritiro sociale, quella delle ragazze e dei ragazzi di oggi, che si conferma osservando come occupano quel tempo in cui non socializzano e quindi teoricamente libero per fare altro. Probabilmente il modo di dedicarsi ad attività che li appagano. Ma, queste, sono quasi sempre svolte “in casa”. Visto che, recandosi  in altri luoghi tipici per la socialità, è sempre più raro incontrare adolescenti e giovani adulti.

Nel corso dell’anno solare 2022, ad esempio, solamente il 60% dei 15-17enni è andato al cinema, il 63% tra i 18-19enni. Ancora meno - 30,8% nella fascia 15-17 anni, 34,4% in quella 18-19 anni - ha assistito a un evento sportivo dal vivo. Molti meno - rispettivamente  il 18,2% (15-17 anni) e il 23,7% (18-19 anni) - hanno partecipato a un concerto live. Solamente il 31,6% (tra 15 e 17 anni) e il 35% (tra 18 e 19 anni) ha visitato una mostra o un museo.

Nel 2014, invece, i numeri erano ben diversi. All’epoca, oltre l’80% dei 15-19enni andava al cinema; quasi la metà (oltre il 45%) frequentava eventi sportivi; pochi di meno (circa il 42%) entrava nei musei o nelle mostre; più del 40% dei 18-19enni (il 30% tra i 15-17enni) aveva visto un concerto dal vivo. La voragine che si è creata in così pochi anni è evidente, i dati parlano da soli.

Ci si rifugia nella dimensione digitale

Facendo pensare che l’intrattenimento e le relazioni si siano spostate altrove, dove ci si sente più al sicuro. Rendendo i ragazzi più “social” e meno sociali. Nella ricerca di Skuola.net “Giovani e Social Network”, che ha coinvolto oltre 5.000 ragazze e ragazzi tra i 9 e i 24 anni (2023), è emerso che 8 giovani su 10 risultano iscritti ad almeno una piattaforma social. Tra i più grandi (15-24 anni), la quota di iscritti sale addirittura del 90%. E quasi tutti (92%) accedono quotidianamente, come minimo, al social di riferimento, a quello più amato. Passandoci oltretutto parecchio tempo: il 30% è online almeno un’ora al giorno, il 43% fino a due ore, il 16% mediamente oltre le tre ore.

Fin qui, niente di nuovo; sappiamo che la GenZ è quella probabilmente più esposta al fascino dei social network. Ma qualcosa di più ci può dire il modo in cui si utilizzano. Se l’intrattenimento puro è l’obiettivo della maggior parte degli utenti (così per il 70%), per una larga fetta è un modo di restare in contatto con amici e conoscenti: lo dice il 64%.

“Peccato che le piattaforme social si stiano sempre più trasformando da social media a recommendation media, ovvero luoghi digitali in cui si interagisce prevalentemente con i contenuti prodotti da soggetti con cui non si ha una relazione e che magari hanno un grande seguito, oppure che l’algoritmo ha deciso di mostrarmi. Perché questa trasformazione, che è già in atto, può contribuire ad allentare ulteriormente i legami relazionali tra gli adolescenti. Che potrebbero o riscoprirsi ancora più soli o, più auspicabilmente, iniziare a riscoprire le modalità di relazione che oggi sembrano essere meno praticate di un tempo”, così Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net.

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