#Nowhere.

Jo Squillo: Etro, la collezione Primavera-Estate 2024

Un posto che non c’è, che non esiste. Un posto possibile, però, almeno con l’immaginazione, nel quale per esempio colonne che ricordano i resti di un tempio sbucano non in mezzo alla foresta, ma nel cuore della città, vestigia di una misteriosa civiltà riemersa all’improvviso.

Nowhere è l’altrove che diventa tangibile, e con esso il rovesciamento di ogni regola ferrea, di ogni pensiero razionale, di ogni consequenzialità logica.

Nowhere, anche, come metafora della moda, luogo nel quale tutto è concesso perché le combinazioni di elementi sono virtualmente infinite.

Ecco allora che i broccati e le giacche dal sapore western, che i motivi cravatteria e le righe, che il denim e la spugna si congiungono in un non luogo stilistico che è sincretico e vitale, mentre le punte di stivali texani incontrano trecce di stoffa, le larghe camicie bacchettate sfiorano i disegni di qualche isola misteriosa, e le righe si congiungono a volute voluttuose. Il tutto con leggerezza, e non poca illuminata impulsività.

È un vero proliferare di motivi ed echi, contenuta in una silhouette, per contrasto, dalla precisione assoluta e irremissibile: dritta e verticale, o a sirena, aperta in un godet, ma sempre lunga, fisica, fasciante, con le giacche e i bomber che, sopra, avvolgono in volumi protettivi e abbondanti.

A fare da suggello a questa fantasticheria, un antico simbolo miceneo: un polipo, segno di rinascita, augurio di buona fortuna.

E, ai lobi, una dea bendata in forma di orecchino. Come dire osa e sarai premiata, che è poi un altro modo di raccontare l’atto quotidiano del vestirsi, giocando invece che pensando, usando solo l’istinto e l’immaginazione.