Gabry Ponte è pronto a far ballare i palazzetti d'Italia. Il dj e produttore italiano, dopo aver annunciato l'evento al Forum di Assago per festeggiare i 25 anni di "Blue", di fronte alla grande risposta del pubblico ha aggiunto altre tre date a Torino, Roma e Bologna.
Gabry Ponte è il dj e produttore italiano dei record. Le sue hit hanno conquistato intere generazioni con oltre 3 miliardi di stream globali, oltre 15 milioni di ascoltatori mensili su Spotify, 2 dischi di diamante, 39 dischi di platino e 22 oro. Recentemente ha lanciato il singolo "Easy on My Heart" che sta scalando le classifiche e in più festeggia i 25 anni di "Blue" che è una canzone più viva che mai. "I'm Good (Blue)" di David Guetta nel 2022 ha guadagnato una nomination ai Grammy, facendo di "Blue" la prima canzone della storia a ricevere due nomination ai Grammy come Best Dance/Electronic Recording. Dal punto di vista live, solo nei primi 6 mesi del 2023 Gabry Ponte si è esibito 46 volte in 5 Paesi facendo ballare oltre 240mila persone e durante l’estate è stato protagonista di un tour con importanti date in Italia e all’estero. E adesso lo attendono i palasport italiani... "Siamo stati quasi spiazzati dalla risposta del pubblico" dice lui quando lo incontriamo nel futuristico quartier generale della Dance & Love, la sua casa di produzione che di recente ha inaugurato i nuovi studi a Milano. "Avevamo deciso di fare uno show celebrativo al Forum per i 25 anni di "Blue", che ha segnato la prima linea di demarcazione di un... percorso che poi è diventato internazionale".
Ma la risposta della gente è andata oltre le aspettative?
All'inizio eravamo anche un po' dubbiosi perché è una cosa che non è mai stata fatta prima da un dj italiano. Ci siamo comunque detti di buttare il cuore oltre all'ostacolo. In realtà è andato sold out in poche settimane e quindi abbiamo pensato di aggiungere una data a Torino e anche quella adesso è esaurita. Quindi piano piano abbiamo aggiunto prima Roma e poi adesso Bologna per quello che è diventato una specie di tour.
Questo cambio di prospettiva da uno show unico a un mini tour ha cambiato un po' l'idea del progetto?
No, lo spettacolo che avevamo pensato per Milano sarà replicato esattamente nelle altre date, per raggiungere più persone e dare la possibilità a più fan di poterlo vedere.
E nella tua idea come si trasforma un palazzetto in un grande club?
Su questo ci stiamo lavorando, ancora non abbiamo le idee chiarissime. In questi giorni stiamo definendo la tipologia di show, il palco e tutte queste cose. Questo è un lavoro di cui si occupa prevalentemente il mio team che sta lavorando su questo aspetto. Stanno capendo dal punto di vista tecnico cosa sia possibile fare per tempistiche di montaggio, smontaggio, trasporti eccetera. Una volta sistemata quella fase faremo una riunione creativa dove io darò le mie idee, loro metteranno le loro e capiremo insieme, identificheremo il punto d'arrivo.
Prima dicevi che tutto è partito dai 25 anni di "Blue", che è stato un momento topico ed è una canzone senza tempo che ancora di recente ha avuto nuova vita. Qual è il segreto di quel pezzo?
Fortunatamente non te lo so dire... dico fortunatamente perché la cosa bella della musica è questa, è imprevedibile, come ogni forma d'arte. "Blue" è un pezzo magico e lo è stato fin dall'inizio quando è stato pubblicato e non è stato all'inizio notato e poi dopo è esploso in maniera travolgente diventando una hit mondiale. Poi è stato ripreso negli anni da svariati artisti fino all'ultimo caso di David Guetta che ne ha fatto un nuovo successo internazionale. E' un pezzo che è riuscito a diventare un evergreen passando attraverso le generazioni e scavalcando tutto quello che va di moda, che nella dance comunque evolve molto rapidamente.
Negli ultimi 25 anni il mondo della discografia è stato stravolto. Oggi che tutto viene consumato così velocemente c'è ancora la possibilità di fare una canzone che rimanga per 25 anni come "Blue"?
Assolutamente sì. Il cambiamento è soprattutto nel modo in cui la musica arriva al pubblico. Se immagini la musica come una piramide, una volta era top down: facevi un contratto discografico e avevi già fatto la maggior parte del lavoro. Poi l'etichetta distribuiva i negozi, dai negozi arrivava alla gente, alle radio, eccetera eccetera, però era tutto molto veicolato. La gente era al fondo, l'utente finale. Oggi la gente è quello che crea l'hype intorno ai pezzi, cioè bottom up, quindi si parte dalla base. Metti fuori un disco su TikTok, su Instagram, su Spotify, la gente giudica quello che tu hai fatto. Se fai qualcosa di particolarmente bello poi arriva l'interesse dell'etichetta che firma l'artista. Gli artisti emergenti oggi fanno questo percorso qua che è opposto a quello che abbiamo fatto noi all'inizio.
E per uno come te che ha iniziato quando la situazione era rovesciata, come è stato abituarsi alla nuova situazione?
Ci siamo riadattati col tempo, cioè fa parte del gioco, soprattutto poi in un ambito in cui appunto la musica dance viene vissuta soprattutto dai giovani, che sono quelli che cambiano più velocemente gusti. E quindi è fisiologico che sia il genere musicale che evolve più rapidamente rispetto agli altri, che ha una serie di generi molto più varia e quindi noi abbiamo imparato negli anni a seguire questi cambiamenti e a riadattarci. Però è anche bellissimo perché ti permette di spaziare veramente a 360 gradi su tutto quello che ci piace.
A proposito di cambiamenti si fa un gran parlare ultimamente dell'impatto che può avere l'intelligenza artificiale sul mondo musicale. Come vedi questa presenza un po' ingombrante?
La vedo come un'opportunità, in generale io cerco di vedere tutto come un'opportunità. Quando è nato Napster era potenzialmente un problema e qualcuno l'ha tramutato in opportunità. Faccio un ulteriore passo indietro: quando ho iniziato a fare musica non c'erano i sequencer. C'erano gli studi con questi banchi enormi, con i sintetizzatori. Poi sono arrivati i primi sequencer, i primi programmi per creare musica e qualcuno ha detto ma cosa succederà? Questi programmi rimpiazzeranno la figura del musicista? No, questi programmi diventeranno un nuovo asset a disposizione dei musicisti. L'intelligenza artificiale è un'opportunità che, se sfruttata bene, e sottolineo nel rispetto della tutela dei diritti degli artisti e dei musicisti, aiuterà a fare delle cose che prima non si potevano fare. Bisognerà regolamentarle, come successo per internet, ci vorrà tempo. Io comunque ho già provato a lavorarci un po', si aprono un sacco di possibilità nuove.
Sei uno dei pochi personaggi del mondo della musica che sono passati dal mondo del talent, dalla televisione e poi, nonostante i buoni risultati, lo hanno abbandonato. Volevi fosse un'esperienza limitata nel tempo o non era il tuo ambiente?
Io sono molto curioso in tutto e quindi quando mi si presenta un'opportunità nuova mi interessa, cerco di cavalcarla, di imparare cose. Non avevo mai considerato la possibilità di fare televisione. Quando mi è arrivata la proposta da parte di Maria De Filippi, ho voluto incontrarla per capire e anche per conoscerla perché ero curioso di incontrarla, ho avuto un bel feedback a livello umano, personale e mi sono assicurato che comunque quello che mi veniva proposto fosse qualcosa che mi dava modo di parlare di musica in maniera libera. E' stata un'esperienza molto che mi è piaciuta molto mi ha insegnato tanto.
Come mai non l'hai ripetuta?
Arrivare in un talent come "Amici" è come imparare a giocare a pallone direttamente in Serie A. Quindi con tutta la paura e l'ansia del caso. Poi è andata bene ma ho deciso di non continuare semplicemente perché preferivo dedicarmi ad altro. Comunque è un impegno che mi portava via tanto tempo. Per farlo bene dovevo documentarmi, dovevo seguire, dovevo passare tanto tempo anche solo banalmente tutte le volte andare a Roma. Quindi mi rendevo conto che mi toglieva tempo ad altre cose che invece ne richiedono altrettanto e quindi ho fatto questa scelta.
Prima hai fatto riferimento al fatto che il mondo della dance cambia continuamente molto rapidamente in che momento siamo adesso? quali sono le influenze che ti piacciono di più?
Sembra un momento molto bello in realtà in cui non c'è un suono diciamo standard che funziona ma in cui c'è una grande varietà di input che si mischiano appunto il fatto che ormai la musica parte molto spesso da un post su TikTok, piuttosto che da un disco pubblicato da un artista sconosciuto su Spotify o su YouTube, dà la possibilità a un sacco di esperimenti che magari non sarebbero capiti dagli addetti ai lavori di avere successo alle orecchie del pubblico che lo ascolta. Colori totalmente diversi che si mischiano. E' molto stimolante dal punto di vista creativo, perché sai che qualsiasi cosa tu faccia non deve rispettare dei paletti necessariamente per essere poi apprezzata.
Queste tutte le date:
27 gennaio - Mediolanum Forum – MILANO SOLD OUT
02 marzo - PalaAlpitour – TORINO SOLD OUT
06 aprile - Unipol Arena – BOLOGNA NUOVA DATA
15 giugno - Rock in Roma (Ippodromo delle Capannelle) – ROMA