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Studentessa francese suicida a Lecce, indagato un 19enne

Il giovane avrebbe riferito di essere stato in casa con la ragazza due giorni prima della sua morte e di aver avuto un rapporto consensuale

C'è un indagato nell'inchiesta che la procura di Lecce ha avviato dopo il suicidio della studentessa francese di 21 anni, arrivata nel capoluogo salentino per il progetto Erasmus agli inizi di settembre e trovata impiccata domenica sera nella camera di un appartamento in cui viveva con altri ragazzi. Si tratterebbe di un 19enne residente a Ceglie Messapica, in provincia di Brindisi, nei cui confronti, al momento, come atto dovuto ai fini delle indagini, è stato ipotizzato il reato di violenza sessuale.

Tgcom24

Il racconto dell'indagato: abbiamo avuto un rapporto consensuale  Il giovane è stato ascoltato dagli agenti della Mobile nelle scorse ore e avrebbe riferito di essere stato in casa con la 21enne due giorni prima del suicidio e di aver avuto un rapporto consensuale. Sarebbe proprio questo il punto al centro delle indagini. L'ipotesi investigativa è che la studentessa si sia tolta la vita dopo la violenza. Prima di morire la giovane avrebbe confidato ad alcune amiche di essere stata stuprata nell'appartamento in cui viveva, poi si è recata in pronto soccorso dove i medici avrebbero confermato gli abusi, ma non ha mai sporto denuncia.

L'ultimo messaggio della ragazza suicida ai genitori   Sotto sequestro ci sono il referto medico dell'ospedale di Lecce datato 19 ottobre e l'agenda della studentessa francese, dove la giovane ha scritto un messaggio di addio rivolto ai genitori, spiegando di non riuscire più ad andare avanti da sola. Poche parole, scritte in francese: "E' difficile rimanere soli" e "sopportare quello che è accaduto. Non è colpa di nessuno, non ce l'ho con nessuno.Vi amo. Sono triste".

L'autopsia della ragazza francese morta a Lecce  La morte della giovane è avvenuta per asfissia da impiccagione, e sul corpo non sono emersi segni di colluttazione e ferite, al di fuori dei segni del laccio stretto intorno al collo. Sono questi due degli elementi emersi dall'autopsia sul corpo della studentessa, eseguita dal medico legale Alberto Tortorella e da una genetista forense. Non erano presenti durante l'esame consulenti nominati dall'indagato.

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