Il governo corregge il tiro sulla legge sugli stupefacenti. Dopo aver espresso parere favorevole a un emendamento di Fratelli d'Italia (primo firmatario Marco Lisei) al dl Caivano, che elimina l'attenuante per la "lieve entità" ogni volta che avviene passaggio di denaro, l'esecutivo chiede una riformulazione. Dopo il parere favorevole nelle Commissioni Giustizia e Affari costituzionali del Senato e la dura reazione delle opposizioni, la maggioranza presentta un provvedimento che mantiene l'attenuante e semplicemente aumenta la pena minima da 6 mesi a 18 per i fatti di lieve entità.
Cosa prevede l'emendamento di FdI -
L'emendamento di Fratelli d'Italia puntava ad aggiungere un comma a quello della legge sugli stupefacenti che prevede una attenuante quando si è in presenza di un fatto di "lieve entità", sia essa la cessione o la coltivazione o qualsiasi altra azione riguardante le droghe. FdI chiedeva che "non possono considerarsi di lieve entità i fatti con finalità di lucro" e il governo ha espresso parere positivo. Marco Lisei, primo firmatario dell'emendamento, ha spiegato che esso "mira a contrastare lo spaccio di strada, anche perché purtroppo oggi la giurisprudenza tende a considerare troppe cose di lieve entità". "Se io ho tre piantine in balcone - spiega il senatore di Fdi - e ne consumo io il prodotto è un conto, ma se invece io lo vendo, è chiaramente un altro caso".
Dal Pd a +Europa: la reazione delle opposizioni -
Di parere opposto il capogruppo del Pd in commissione Giustizia, Alfredo Bazoli: "Così si mettono sullo stesso piano Pablo Escobar e lo studente che rivende una canna al compagno. Salta il principio di proporzionalità, ed è palesemente incostituzionale. Oltretutto finiamo per riempire le carceri italiane di studenti un po' incauti". Anche Riccardo Magi, segretario di +Europa ha parlato di "follia giuridica". Quando tuttavia le Commissioni in serata sono giunti a discutere l'emendamento, il governo, con il sottosegretario Andrea Ostellari, ha imposto lo stop chiedendo una riformulazione dell'emendamento Lisei: rimane l'attenuante e viene semplicemente innalzata la pena minima da 6 a 18 mesi. Le opposizioni, che erano insorte, pur votando contro hanno ammesso che - come ha detto Bazoli - "il governo ha evitato una soluzione devastante". Per tutto l'esame del decreto si sono registrate tensioni perché anche con un altro emendamento la maggioranza ha introdotto un nuovo reato (per la cosiddetta "stesa") che, secondo la prassi istituzionale e parlamentare, dovrebbe essere introdotto con un disegno di legge e non con un decreto, men che meno con un emendamento "cotto e mangiato" come ha detto Ivan Scalfarotto di Italia Viva.