AVEVA 81 ANNI

E' morto Richard Roundtree, con il detective Shaft fu un divo della Blaxploitation

L'attore è morto a 81 anni per un tumore al pancreas

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E' morto a 81 anni Richard Roundtree. Con la sua interpretazione dell'investigatore privato Shaft divenne una icona del genere poliziesco degli Anni 70 inserito nel filone della "Blaxploitation". Roundtree interpretò il detective in tre film, tre il 1971 e il 1973, e in una serie tv subito successiva. Riprese poi il personaggio nei due Shaft girati nel 2000 e nel 2019 dove il protagonista, nei panni del nipote del John Shaft originale, era Samuel L. Jackson. Il film "Shaft" vinse anche un Oscar per la miglior canzone. 

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Richard Roundtree è morto nella sua casa di Los Angeles per un tumore al pancreas e a dare la notizia della sua scomparsa è stato il manager, Patrick McMinn. Il cancro gli era stato diagnosticato soltando due mesi, nel 1993 aveva invece dovuto affrontare un cancro al seno subendo una doppia mastectomia. Nato a New Rochelle il 9 luglio del 1942, era arrivato al cinema nei primi Anni 70 dopo essersi cimentato come giocatore di football e un modello. Dopo "Shaft", del 1971, la sua fama crebbe con i sequel "Shaft colpisce ancora" (1972) e "Shaft e i mercanti di schiavi" (1973). Nel film, il suo personaggio si muoveva nel mondo dei delinquenti ai margini della società. Una sorta di James Bond nero, perennemente circondato da splendide donne, che non trattava nemmeno con troppi riguardi. Un personaggio che forse oggi non sarebbe nemmeno possibile realizzare. "Quello che facevamo era un buon vecchio sparatutto del sabato pomeriggio", ha dichiarato Roundtree in un'intervista dei primi anni 2000.

Richard Roundtree, attore oltre Shaft -

 Nel corso di oltre cinquant'anni di carriera Roundtree ha preso parte a numerosi film, anche se dopo l'exploit di Shaft a lungo non gli vennero affidati ruoli di grande rilievo. Tra le pellicole che hanno visto l'attore nel cast ci sono "Terremoto", "L'uomo venerdì", "Per piacere non salvarmi più la vita", "Poliziotto sadico", "Miami Cops" e soprattutto "Seven", diretto da David Fincher nel 1997, con Brad Pitt, Morgan Freeman, Gwyneth Paltrow e Kevin Spacey. Negli stessi anni ha preso parte a "Sfida finale" (1996) di Larry Cohen, "George re della giungla...?" (1997) di Sam Weisman e "Steel" (1997).

Richard Roundtree, i ruoli nelle serie tv -

 A fianco del percorso cinematografico Roundtree ha affrontato spesso quello televisivo. A partire dalla serie tv, andata in onda tra il 1973 e il 1974, tratta da "Shaft". Nei primi Anni 80 è stato nel cast di un kolossal come "Radici", molto popolare anche in Italia, e dove aveva il ruolo del conducente di carrozze Sam. In seguito sarebbe poi apparso in serie di grande successo come "La signora in giallo", "Willy il principe di Bel-Air", "Alias", "Desperate Housewives", "Grey's Anatomy" e "Heroes".  

Shaft, una colonna sonora mitica -

 Se Shaft è passato alla storia del cinema non è solo per le sue storie di azione. Il merito è anche di una colonna sonora iconica, capace di vincere un Golden Globe e un Oscar per la miglior canzone. Una statuetta per la miglior canzone finita nella bacheca di Isaac Hayes, musicista soul statunitense. L'album "Shaft", pubblicato come doppio LP, è stato il lavoro più conosciuto e l'album più venduto di sempre da parte dell'etichetta Stax Records.

Che cos'è la Blaxploitation -

 La Blaxploitation è stato un genere cinematografico che sviluppatosi negli Stati Uniti all'inizio degli anni Anni 70. Rivolti a un pubblico di colore, i film erano caratterizzati da una produzione a basso costo e protagonisti e registi afroamericani. Il termine deriva dalla fusione delle parole inglesi black (nero) ed exploitation (sfruttamento), perché questi film erano spesso accusati di usare stereotipi e violenza per attirare il pubblico. Oltre alla saga di Shaft, tra i film più famosi della Blaxploitation ci sono "Blacula", versione black di Dracula, e "Coffy Brown" con Pam Grier. Il genere ebbe un grande successo commerciale e culturale, ma anche molte polemiche e critiche, fino a scomparire alla fine del decennio salvo essere rivalutato e omaggiato, negli anni 90 da registi come Spike Lee e Quentin Tarantino. Di quest'ultimo "Jackie Brown" è un palese omaggio ai film di quel filone, di cui riprende una delle stelle, Pam Grier.