E' polemica per la decisione dell'Istituto universitario europeo di Fiesole (Firenze), il cui presidente vorrebbe rinominare la festa di Natale, eliminando "il riferimento cristiano", per ottemperare agli obblighi del "Piano per l'uguaglianza etnica e razziale dell'Eui". Se da un lato le feste religiose vanno inserite nel calendario dall'altro, si legge nel piano, il linguaggio con cui le si comunica deve essere "inclusivo".
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FdI: "Decisione completamente fuori luogo" -
Appresa la proposta dell'Istituto, la consigliera di Fratelli d'Italia alla città metropolitana di Firenze, Alessandra Gallego, ha attaccato: "Se il presidente dell'Iue vuole annullare il Natale, allora si trovi anche un'altra sede per svolgere la sua attività". L'Istituto, ha aggiunto, "ha la propria sede nella Badia fiesolana, un luogo dove nel passato sorgeva l'oratorio dedicato ai santi Pietro e Romolo (patrono di Fiesole). Questa decisione sembra completamente fuori luogo e dimostra una mancanza di rispetto per le tradizioni italiane e per il significato profondo che il Natale ha per tantissime persone". Per il capogruppo di FdI nel Consiglio regionale della Toscana, Francesco Torselli, "duemila anni di radici cristiane, non si cancellano con una circolare".
FI: "Questa non è laicità ma laicismo" -
Secondo il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Marco Stella, "questa non è laicità ma laicismo. Una sana laicità prevede pluralismo e dialogo, non la cancellazione della storia e dell'identità. Fa un po' sorridere, oltretutto, vedere che questa idea arriva da un istituto universitario che ha sede in uno storico convento cattolico".
Lega: "Rispetto degli altri parte dal rispetto di noi stessi" -
L'europarlamentare della Lega, Susanna Ceccardi, si augura un "passo indietro immediato" sulla decisione da parte dei vertici dell'Istituto. "Questa proposta apparentemente sconclusionata - ha sottolineato - risponde in realtà a un'ondata di pensiero politicamente corretto che mira a cancellare i tratti distintivi della nostra civiltà in nome di un presunto rispetto delle altre culture. Ma non ci può essere rispetto per gli altri se non impariamo a rispettare innanzitutto noi stessi".
Italia Viva: "Non si crea rispetto eliminando la nostra storia" -
"Ogni tanto qualcuno chiede di abolire il Natale, i segni cristiani, il crocifisso (nel merito era intervenuta anche la Cassazione), perché si motiva: così si rispettano le varie osservanze religiose e culturali. Non è così. Non è eliminando la nostra storia, cultura, la nostra fede, ciò che ci distingue, che si crea rispetto", è il commento di Gabriele Toccafondi di Italia Viva. "Se a fare la proposta - ha proseguito - è un Istituto universitario, come quello europeo di Fiesole, la cosa dispiace ancora di più. A Fiesole di questo passo dovrebbero oscurare tutte le finestre, perché a guardare vedrebbero campanili, chiese, cupole, croci che coerentemente per i censori della storia e della presenza attuale, dovrebbero essere nascoste per rispettare le diverse osservanze".
La posizione dell'Istituto su diversità e inclusività -
Dall'Istituto, intanto, hanno fatto sapere che la decisione sul cambio di nome per la festa di Natale è "oggetto di valutazione": "Le diverse osservanze religiose e culturali che sono rappresentate all'Iue - si legge nel Piano per l'uguaglianza etnica e razziale 2023-2026 dell'Istituto - saranno riconosciute nel calendario degli eventi e delle attività correlate. Si presterà attenzione a garantire che la celebrazione di festività e ricorrenze sia comunicata con un linguaggio inclusivo, riconoscendo le diverse religioni e credenze".
"Non cancelliamo la celebrazione di feste religiose" -
"Nessuno ha pensato di eliminare la celebrazione di feste religiose", ha tenuto a precisare l'Istituto in merito alla proposta, secondo cui "non sono previsti cambiamenti nell'organizzazione della festa di fine anno, in cui sono tradizionalmente numerosi i riferimenti alle festività di Natale, che fanno parte del patrimonio culturale europeo. Noi accogliamo un numero crescente di studenti del mondo intero. Questo ambiente autenticamente internazionale necessita di una politica di inclusione delle diverse culture".
Non è la prima volta che si innescano polemiche intorno alle celebrazioni natalizie e agli aspetti tradizionali della festività religiosa. A Bari, ad esempio, la recita di Natale parlava di morte e i bambini sono scoppiati a piangere, suscitando l'ira dei genitori. E ancora: a Belmonte del Sannio (Isernia) la recita scolastica senza natività per non offendere i musulmani aveva suscitato polemiche.