A "Pomeriggio Cinque"

Belluno, il padre dell'uomo che ha ucciso il cervo-mascotte di Pecol: "Poteva essere cacciato"

A "Pomeriggio Cinque" le parole del papà del cacciatore: "Lasciate in pace questo ragazzo"

© Ansa

"Lasciate in pace questo ragazzo". Sono le parole del padre del calciatore che ha ucciso Babbotto, il cervo-mascotte ucciso a Pecol (Belluno) lunedì 23 ottobre. L'uomo è intervenuto a "Pomeriggio Cinque" per difendere il figlio dalle accuse degli abitanti del borgo dolomitico nel Comune di San Tomaso Agordino. 

Bambotto era adorato dagli abitanti di Pecol ed era solito affacciarsi alle finestre per farsi dare qualche boccone o semplicemente ricevere qualche carezza. L'animale è stato lettaralmente cresciuto dagli abitanti del luogo dopo essere stato lasciato dalla mamma sullo zerbino di una casa. Da quel giorno è diventato il cervo di Pecol: amato da tutti, non era difficile incontrarlo per strada.

A "Pomeriggio Cinque" il padre del cacciatore ha precisato: "Il cervo è un animale che va cacciato con i permessi, l'orso che è stato ucciso invece non era cacciabile - ha detto -. Mio figlio ha fatto quello che fanno tutti i cacciatori, vanno a caccia e ammazzano gli animali che gli capitano a tiro. Cosa mi ha detto quando è tornato a casa? Niente, io ero a letto e stavo dormendo ho sentito il giorno dopo tutte queste chiacchiere. Mio figlio caccia da un paio d'anni, sarà il secondo o il terzo cervo che uccide". 

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