IL RAPPORTO DI SAVE THE CHILDREN

Periferie: 3,8 milioni di minori vivono in quartieri difficili

Secondo il report di "Save the Children" in queste aree il 70% degli edifici scolastici non è a norma. In otto città metropolitane l’accesso al tempo pieno nella  primaria è molto inferiore alla media nazionale

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Le periferie sono sempre più abitate, ma sempre più fatiscenti e svantaggiate per i minori. Secondo quanto emerge dal rapporto "Fare spazio alla crescita" da Save the Children, quasi tre milioni e ottocentomila bambini e adolescenti tra 0 e 19 anni vivono nelle aree periferiche, perlopiù prive di stimoli e di opportunità per crescere. Queste zone si distinguono in negativo anche rispetto alla scuola. Infatti, molto spesso i giovani non hanno accesso a edifici scolastici adeguati: la percentuale delle strutture senza certificato di agibilità raggiunge il 70%. 

I dati -

 Dal rapporto emerge che su 114 municipi dei comuni principali, trentatré presentano fattori di svantaggio più elevati. In queste aree vive il 13,7% dei contribuenti con un reddito inferiore ai 15mila euro annui. Nelle città metropolitane del Sud quali Catania, Palermo e Messina più della metà dei contribuenti ha quel reddito. Ma la concentrazione di cittadini con redditi bassi è elevata anche nel Centro e Nord Italia: per esempio, a Roma sono il 38,8%, a Venezia il 36,9%. In queste città, le aree urbane caratterizzate da una maggiore disuguaglianza socioeconomica sono spesso anche quelle con meno spazi adeguati alla crescita dei minori.

Gli edifici scolastici carenti -

 Secondo il report, gli edifici scolastici nelle periferie risultano carenti in termini di spazi e servizi. Manca una palestra in tre scuole su cinque, uno spazio sociale comune in più di una su tre e aule tecniche e informatiche sono un sogno per almeno la metà degli studenti minorenni di ogni ordine e grado.

In otto città metropolitane, inoltre, l’accesso al tempo pieno nella scuola primaria è significativamente inferiore alla media nazionale pari al 38%. Si parla di Palermo (6,5%),  Catania (9,5%) e Reggio Calabria (13,7%). In quella secondaria di primo grado le città sotto la media (13,3%) sono nove, con Bari, Bologna, Venezia, Roma e Napoli che non superano il 5%.

I municipi più difficili a Roma, Milano e Napoli -

 Secondo  "Save The Children", a Roma il municipio VI (Roma Delle Torri) è quello più svantaggiato, dove il 46,4% di tutta la popolazione non è andata oltre la terza media e il 40% dei 15-64enni non ha un'occupazione. Eppure, è proprio qui che vive la percentuale più alta di minori. Tra gli altri municipi capitolini ben sei mostrano un indice di svantaggio di poco inferiore. 

 A Milano, il valore peggiore rispetto allo svantaggio economico ed educativo si registra nel municipio VII (Forze Armate-San siro-Baggio), con un'alta percentuale di residenti in possesso della sola licenza media (36,2%) e di persone tra i15 e i 64 anni non occupate (31%). Anche in questo caso la concentrazione di bambini e ragazzi è elevata.

Nel caso di Napoli, le municipalità 6 (Ponticelli-Barra-San Giovanni a Teduccio), 7 (Miano-Secondigliano-San Pietro a Patierno) e 8 (Chiaiano-Piscinola-Marianella-Scampia) registrano il valore massimo rispetto allo svantaggio economico ed educativo e la più elevata concentrazione di minori. 

"Le periferie sono le vere città dei bambini" -

 "Le periferie urbane oggi sono le vere città dei bambini perché è lì che vive la maggior parte di loro, ma spesso non offrono spazi, stimoli e opportunità adeguati alla crescita, alimentando, invece, isolamento e marginalità. Nel nostro lavoro in questi contesti, ci troviamo spesso a dialogare con ragazze e ragazzi pieni di risorse e talento, che si sentono traditi dagli adulti, come se il degrado e la deprivazione fossero l'unica risposta di cui siamo capaci nei confronti dei loro bisogni", ha dichiarato Daniela Fatarella, direttrice generale di "Save the Children".  

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