L'agenzia Standard & Poor's conferma il rating BBB dell'Italia con outlook stabile. E' quanto emerge dalle tabelle pubblicate sul sito dell'agenzia. Nella nota che accompagna la conferma del rating, l'agenzia afferma che la crescita economica italiana decelererà nel 2023 e nel 2024. Per il 2025 "prevediamo che la crescita del Pil italiano riprenderà sopra l'1%". Previsto un Pil in crescita dello 0,9% quest'anno, dello 0,7% il prossimo e dell'1,3% nel 2025.
Rallentano le previsioni di crescita -
Le previsione di crescita rallentano, ma questo non cambia il 'voto' sulla capacità del Paese di gestire il proprio debito nei confronti del mercato. Di fatto il primo giudizio sui conti pubblici dopo Nadef e Manovra conferma le aspettative del governo, che - come emerge da quanto affermato più volte dalla premier Giorgia Meloni e dal titolare del Mef, Giancarlo Giorgetti - resta convinto di aver agito con equilibrio e prudenza. Due tratti evidenti che, secondo il ministro dell'Economia, le agenzie di rating non possono ignorare.
Gli effetti del Superbonus -
La stagione delle valutazioni sull'Italia si apre con Standard & Poor's. Per l'agenzia di rating, il consolidamento di bilancio sarà più lento del previsto, con un deficit al 5,5% del Pil nel 2023, le cui colpe, per un ulteriore 0,8%, vengono attribuite all'effetto degli incentivi per il Superbonus. L'attenzione maggiore viene riservata al debito: "La sua sensibilità alle condizioni del mercato resteranno elevata", secondo l'analisi di S&P.
Ma leggendo tra le righe del comunicato dell'Agenzia di rating non si scopre nulla che lo stesso ministro Giorgetti non abbia già detto, anche in Parlamento. "Abbiamo scritto una legge di bilancio correttamente impostata e a nostro giudizio troverà la valutazione onesta delle agenzie di rating che l'hanno letta e di certo non basano le loro valutazioni sul gossip e i titoli scandalistici", ha detto Giorgetti, che da tempo incontra con regolarità le agenzie di rating per "dimostrare la credibilità e solidità" del Paese.
Occhi puntati su Fitch e Moody's -
Dopo il giudizio di S&P, la prossima settimana toccherà a Dbrs. Per l'agenzia canadese, che a maggio aveva promosso la capacità di resistenza della nostra economia, il rating dell'Italia è al livello di BBB High con trend stabile: il 27 ottobre svelerà la propria revisione. Il 10 novembre sarà invece la volta di Fitch, che il 12 maggio scorso ha confermato il rating a BBB con prospettive stabili. Ma la data cui si guarda con più preoccupazione è il 17 novembre, quando arriverà il voto di Moody's: l'agenzia è di fatto in stand by da maggio, quando decise di non aggiornare il rating. L'attuale giudizio classifica l'Italia a Baa3 con prospettive negative e a fine aprile la stessa agenzia evidenziava in un report come l'Italia fosse l'unico Paese tra quelli 'coperti' a rischiare "di perdere l"investment grade". Un eventuale declassamento collocherebbe l'Italia nella categoria 'junk'.