INNOVAZIONE IN PASTICCERIA

Freecao: il cioccolato senza cacao

Una giovane startup pugliese ha trovato la chiave per produrre un’alternativa sostenibile e dal sapore molto simile: la carruba, ingrediente umile e molto più green

di Redazione E-Planet

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Nella fantasia, “La fabbrica delle carrube” non sarebbe stato un titolo vincente. Nella realtà, invece, l’idea green di quattro giovani Willy Wonka potrebbe essere un vero successo. Si chiama Freecao ed è il primo cioccolato italiano senza cacao

La proposta arriva dalla startup pugliese Foreverland, fondata da Massimo Sabatini, Giuseppe D’Alessandro, Riccardo Bottiroli e Massimo Brochetta. I quattro hanno progettato un prodotto simile al tanto amato cioccolato, ma meno impattante dal punto di vista ambientale. Non tutti infatti lo sanno, ma tra le produzioni alimentari quella del cioccolato si posiziona al terzo posto per emissioni di CO2, solo dopo carne e formaggio. Da qui l’idea di sostituire il cacao, scegliendo un’alternativa conosciuta una volta come il cioccolato dei poveri: la carruba.

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Un ingrediente considerato umile appunto, ma di cui l’Italia è tra i primi produttori al mondo. Si coltiva soprattutto in Puglia e Sicilia e, se lavorata con le moderne tecnologie, può diventare molto simile cioccolato al latte a cui siamo abituati. Questo grazie a un processo in cui la polvere di carruba passa attraverso processi enzimatici di tostatura, dando il caratteristico aroma di cacao. Per la consistenza invece vengono usati alcuni grassi vegetali e sostenibili. 

Ma quali sono i vantaggi di Freecao? Stando alle dichiarazioni dei suoi inventori, l’80% in meno di emissioni di CO2 e il 90% in meno di acqua, rispetto ai consumi della produzione di cacao. Inoltre, questo finto cioccolato non contiene allergeni come latte, frutta a guscio e glutine, oltre ad avere il 50% in meno di zuccheri.

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I ragazzi di Foreverland saranno i primi a lanciare un prodotto così sul mercato italiano. L’unica cosa che potrebbe frenare un po’ i consumatori è il prezzo, che in fase iniziale dovrebbe essere più alto di quello delle classiche tavolette e praline. Cifra che naturalmente potrà abbassarsi con una produzione in scala. Tutto dipenderà dalla risposta del pubblico. Ma se rinunciare al cacao significa dare una mano al Pianeta, allora non sarà un sacrificio poi così amaro.

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