lo comunica il legale

Alfredo Cospito, la Direzione Antiterrorismo chiede la revoca del 41 bis per l'anarchico

I giudici del tribunale di Sorveglianza di Roma decideranno nei prossimi giorni

© Ansa

Per l'anarchico Alfredo Cospito (ecco chi è e perché è stato condannato) la Direzione Nazionale Antiterrorismo e Antimafia ha chiesto, nel corso dell'udienza davanti al tribunale di Sorveglianza di Roma, la revoca del 41 bis (cosa prevede). A farlo sapere è stato l'avvocato dell'anarchico. La richiesta, sulla quale il tribunale si è riservato di decidere, è arrivata dopo che il legale di Cospito aveva presentato ricorso contro i rigetti da parte del ministro della giustizia, Carlo Nordio, delle istanze di revoca anticipata del regime detentivo speciale.

La richiesta della difesa -

 "Il presupposto applicativo" del regime cautelare del 41 bis adottato nei confronti di Alfredo Cospito "è stato espressamente individuato nella necessità di interrompere l'attività comunicativa dello stesso, al fine di sanzionare l'istigazione ravvisata nel suo contenuto" e che per due volte il tribunale del riesame "ha escluso che le esternazioni del Cospito siano idonee a istigare, ovvero che le stesse rappresentino indicazioni idonee ad indirizzare i soggetti presenti all'esterno a determinarsi a specifiche condotte criminose, ritenendo al contrario che le medesime si sostanzino nella manifestazione del pensiero politico del suo autore". E questo fatto "rappresenta un indubbio e scardinante elemento di novita' che doveva necessariamente condurre il ministro ad una rivisitazione urgente e non differibile del regime differenziato in esecuzione". Sono questi i motivi alla base del ricorso presentato dal difensore di Cospito, l'avvocato Flavio Rossi Albertini, al tribunale di sorveglianza di Roma contro i rigetti da parte del ministro della giustizia, Carlo Nordio, delle istanze di revoca anticipata del regime detentivo speciale. Nel reclamo, presentato davanti ai giudici di via Triboniano, il penalista sottolinea come "risulta incontestabile l'illegittimità del silenzio rifiuto serbato dal ministro rispetto agli elementi di novità addotti dalla difesa nell'ambito della valutazione in alcun modo politica, bensì squisitamente giuridica allo stesso demandata" dal momento che "non si rinvengono più gli elementi normativamente richiesti per il mantenimento del regime differenziato a carico" dell'anarchico. 

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