AL TEATRO MANZONI

Vanessa Gravina e Giulio Corso in "Testimone d'accusa", il perfetto dramma giudiziario di Agatha Christie

Il teatro milanese inaugura la stagione di prosa con la piéce della regina del giallo, in scena dal 17 al 29 ottobre.

© Pino Le Pera

Vanessa Gravina e Giulio Corso sono i protagonisti di "Testimone d'accusa", il dramma giudiziario di Agatha Christie che arriva al teatro Manzoni di Milano dal 17 al 29 ottobre. Un testo pressoché perfetto nella sua costruzione, tra colpi di scena e spruzzate di ironia. "Una grande piéce - dice la Gravina - in cui la forza è nel plot, nei personaggi, nella suspense. Un teatro che non vuole annoiare lo spettatori ma avvincerlo". E il pubblico avrà una parte attiva: ogni sera sei spettatori verranno scelti prima dello spettacolo e saranno sul palco come membri della giuria. 

La stagione di prosa del teatro Manzoni parte con uno spettacolo di grande tradizione. Alle spalle c'è un capolavoro cinematografico firmato Billy Wilder con un cast da far tremare le vene ai polsi: Charles Laughton, Tyrone Power, Marlene Dietrich ed Elsa Lanchester. Ma quello che arriva in scena nel teatro milanese è proprio testo teatrale, scritto da Agatha Christie nel 1953 partendo da un suo racconto del 1925. 

"Una curiosità: quando incontro un nuovo testo mi chiedo le ragioni che c'erano dietro quella scrittura - spiega Giulio Corso -. Succede nella vita di Agatha Christie un dramma amoroso. Abbandonata da un uomo di cui era molto innamorata scrive questo dramma che in ultima analisi racconta di una donna che grida vendetta". Corso mette in risalto il valore della messa insieme. "Questo è uno spettacolo ricco, con dodici attori in scena, in tempi in cui si vedono sempre più monologhi - spiega -. E poi una regia sapiente di Gleijeses, che è un attore e quindi sa come far recitare gli attori". 

"Esiste la 'commedia perfetta'? Forse sì. Sul più bel dramma giudiziario però non ci sono dubbi: 'Testimone d’accusa' di Agatha Christie - dice Gleijses -. Il gioco non verte tanto sulla psicologia dei personaggi quanto sulla perfezione del meccanismo. E' infernale questo meccanismo, con un colpo di scena dopo l’altro, in un crescendo raveliano, una battuta dopo l’altra. E la costruzione 'giudiziaria'? Impressionante per precisione e verità, come se l’avesse scritta il più grande giudice inglese del secolo scorso". 

Nella parte di Sir Wilfrid Robarts c'è un attore di lungo corso come Paolo Triestino mentre a completare il cast Erika Puddu, Bruno Crucitti, Antonio Tallura, Francesco Laruffa, Michele De Maria, Sergio Mancinelli, Bruno Crucitti, Paola Sambo e Lorenzo Vanità.