Strage al Supernova festival, la chat degli ostaggi: "Vi amo, ci uccidono"
Maya Regev, 21 anni e suo fratello Itay, 18, erano riusciti a scrivere ai genitori. Il padre: "Dove siete? Mandateci la posizione", poi il silenzio e il video di Hamas
Tra gli ostaggi presi al Supernova Festival ci sono Maya Regev, 21 anni e suo fratello Itay, 18 anni, rapiti il 7 ottobre da Hamas al rave nel deserto del sud d'Israele. Durante l'attacco i due sono riusciti a contattare i genitori attraverso una chat sul cellulare. Maya e Itay hanno chiesto aiuto disperatamente, come hanno spiegato ora i genitori. Maya ha scritto: "Ci sparano, vi amo tantissimo". Il padre Ilan: "Mandami la posizione, vengo a prendervi!", poi il silenzio. Lui e sua moglie Merit hanno raccontato gli ultimi istanti prima della conferma del rapimento, arrivata in un video pubblicato dai terroristi sui social.
I ricordi di quel giorno Merit e suo marito Ilan rivivono quella drammatica giornata in un'intervista al canale britannico GB News. "Mamma ci stanno lanciando dei missili, mi sto nascondendo. Sto bene, non preoccuparti", ha scritto la figlia di prima mattina. Poi un altro messaggio: "C'è molta confusione qui, stiamo cercando un modo per tornare a casa, tra pochi minuti torniamo, è arrivata la polizia. Ti voglio bene, se mi si scarica il telefono chiama Itay".
Poi la situazione è evidentemente precipitata. I terroristi di Hamas hanno fatto irruzione sul posto, scatenando il panico. Maya aveva inviato un altro vocale a Ilan: "Papà, ci stanno sparando, ti prego vieni a prenderci". L'uomo ha risposto: "Maya dove siete? Mandami la posizione e trova un posto per nasconderti!". Una volta conosciuto il luogo, è partito per andare a salvare i suoi figli, sperava di "vederli uscire da qualche cespuglio in cui avevano trovato riparo".
La notte successiva al rapimento i genitori hanno ricevuto un video con Itay con le mani legate sul retro di una camionetta dei militanti di Hamas. Di Maya nessuna notizia, fino alla conferma del rapimento da parte dell'esercito israeliano 45 ore dopo l'attacco. I soldati erano riusciti a rintracciarli grazie alla geolocalizzazione dei loro dispositivi, ma i due fratelli erano stati separati.
Il dolore della madre "Cosa fai quando vedi tuo figlio così? Loro devono tornare, è stato un incubo, ma c'è ancora speranza", ha detto Merit durante l'intervista. "Loro erano civili, giovani innocenti che volevano divertirsi e ballare, mai avrebbero immaginato di essere rapiti da Hamas" ha aggiunto. "Ho insegnato ai miei figli ad amare il prossimo, a prescindere dalla cultura o dalla religione. Io credo che li rivedrò, ho solo paura che quando torneranno, dopo questo trauma, non vedrò più quell'ingenuità nei loro occhi".
Il terzo figlio, il più piccolo, non era andato al festival, ora è a casa ad aspettare i suoi fratelli. "Ogni tanto lo vedo triste e preoccupato, ma è ottimista, ci dà forza e immagina il momento in cui saremo di nuovo riuniti", ha commentato Merit. "Voglio solo che Israele si svegli, non posso più vedere altri civili rapiti o uccisi. Bisogna fare tutto il possibile per riportare Maya e Itay a casa, devono tornare, non ci sono altre opzioni", ha concluso.
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