Sono vere e proprie città che si spostano. Giganti abituati a solcare il mare abitati da migliaia di persone alla volta. Sono navi da crociera, luoghi di divertimento e forte impatto visivo ma talvolta anche ambientale.
Sono 120 (il 46% della flotta mondiale) le navi Clia – l’associazione internazionale del settore crocieristico – che possiedono un sistema di elettrificazione a terra, che consente di spegnere i motori durante l’ormeggio. Tuttavia, meno del 2% dei porti del mondo ha predisposto l’elettrificazione delle banchine. Questo significa che quando questi mastodonti ormeggiano la maggior parte delle volte devono tenere accesi i motori per alimentare le attività di bordo. Questi i numeri che emergono dal rapporto Global Cruise del 2023, in cui si fa il punto sulla transizione ecologica del comparto e da cui emergono prospettive di miglioramento in chiave sostenibile.
Secondo uno studio del 2021 dell'agenzia europea dell'ambiente le navi producono il 13,5% delle emissioni di gas a effetto serra generate dai diversi mezzi di trasporto nell’UE, classificando il trasporto marittimo subito dopo il trasporto stradale (71%) e l’aviazione (14,4%). Nel rapporto Clia si evidenzia che nel 2028 saranno più di 210 le navi da crociera ad essere equipaggiate con sistemi di elettrificazione per ricevere energia da terra, dove però risiede il problema maggiore. Come nel caso delle centraline di ricarica per auto, mai sufficienti, ad oggi sono solo 10 i porti europei con le banchine già elettrificate e si trovano in Germania, Norvegia, Svezia e Gran Bretagna, nessuno in Italia, dove sono stati finanziati interventi di elettrificazione negli scali di Civitavecchia, Livorno, La Spezia e Genova. Secondo l'Agenzia statunitense per la protezione dell'ambiente questi sistemi che consentono alle navi di spegnere i motori una volta all'ormeggio, a seconda del mix energetico utilizzato, permettono di ridurre le emissioni di CO2 fino al 98%. Cioè abbatterle quasi del tutto quando ferme.
© Unsplash
Il programma Fit-for-55 dell'UE prevede che entro il 2030 i principali porti europei dovranno essere dotati di energia elettrica a terra, il che velocizzerà ulteriormente gli investimenti nelle infrastrutture portuali. Nel frattempo, conclude Clia, in base al portafoglio ordini 2023 i 62 miliardi di dollari investiti dalle compagnie dal 2019 ad oggi consentiranno la costruzione di 44 nuove navi nei prossimi 5 anni, di cui più della metà, ben 25, alimentate a GNL e 7 abilitate all’uso del metanolo. In pratica, il 73% delle nuove navi avrà alimentazione “pulita” e, in futuro, un numero sempre crescente adotterà sistemi di alimentazione innovativi o sarà in grado di utilizzare carburanti a zero emissioni. Città galleggianti e più sostenibili.