L'8 ottobre è la giornata nazionale delle persone con la sindrome di Down, un momento per celebrare chi affronta ogni giorno episodi di discriminazione nel mondo del lavoro, della scuola e dello sport. Si tratta della più comune causa genetica di disabilità intellettiva, dovuta alla presenza, parziale o totale, di un cromosoma 21 supplementare. CoorDown, il coordinamento nazionale delle persone con la sindrome, ha organizzato una campagne di sensibilizzazione sul tema, diffusa da volontari presenti per l'occasione in oltre 200 piazze d'Italia. Insieme a famiglie e amici, sono in prima linea per incontrare i cittadini, dare informazioni e raccogliere fondi per le associazioni aderenti.
Le parole del ministro Locatelli -
"Una preziosa occasione per promuovere un cambio di prospettiva, impegnandoci per valorizzare i talenti e le competenze delle persone con la sindrome di Down", ha scritto sui social il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli. In occasione della giornata nazionale dedicata alla trisomia 21, ha ricordato che "anche loro studiano, lavorano, viaggiano e amano, come tutti", anzi, "i limiti sarebbero di chi non riesce a vedere le potenzialità degli altri".
Le associazioni che si occupano di tutelare i diritti d'inclusione nella società di chi è nato con la sindrome, lottano ogni giorno per il loro inserimento lavorativo, soprattutto dei giovani. L'assunzione di ragazzi con SD gioverebbe sia alle aziende, obbligate dalla Legge italiana n.68 del 1999 a destinare una posizione ogni 15 a persone con disabilità, sia alla loro indipendenza. Il ministro si è rivolto alle Istituzioni, che dovrebbero "impegnarsi di più per migliorare le norme necessarie per una vita dignitosa", ma anche ai cittadini. "Credo che anche nel mondo privato sia arrivato il momento di superare i pregiudizi e garantire un futuro migliore a ogni persona", ha scritto nel post.
La campagna di sensibilizzazione -
In un mondo apparentemente attento all'inclusività, l'esclusione non è quasi mai esplicita. Spesso vengono utilizzate scuse ridicole che nascondono pregiudizi verso chi ha delle disabilità. Per questa ragione, CoorDown ha lanciato la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi "Scuse ridicole per non essere inclusivi".
Racconta le espressioni più assurde e improbabili utilizzate per negare l'accesso e il legittimo spazio alle persone con deficit intellettivi: dal non partecipare alla gita di classe, al non poter frequentare liberamente alcuni corsi sportivi. Il messaggio sarà diffuso nelle oltre 200 piazze italiane, in cui l'8 ottobre i volontari delle associazioni distribuiranno a tutti una lettera esplicativa e del cioccolato realizzato con cacao equo solidale, per raccogliere donazioni a sostegno di progetti futuri.